Di Francesco Santoro:
In Puglia il Covid-19 ha fatto meno vittime rispetto alle più note affezioni dell’apparato respiratorio. È quanto emerge dall’ultimo report redatto dell’Istituto nazionale di statistica in cui salta all’occhio che 461 residenti, l’1,5 per cento a livello nazionale, sono stati uccisi dal nuovo virus tra il 1° marzo e il 15 maggio 2020, mentre nello stesso periodo del 2017, 723 persone, il 6,7 per cento, hanno perso la vita a causa delle malattie respiratorie, nemico certamente pericoloso ma non sconosciuto. I dati 2017 derivano da un’indagine “censuaria basata- chiarisce l’Istat- su certificazioni effettuate dal medico al momento del decesso con tutte le cause che hanno generato il processo morboso che ha condotto alla morte”. Le morti del 2020, invece, si riferiscono agli ammalati risultati positivi al test (dati diffusi dalla Protezione civile).
I pazienti deceduti nel 2017, sempre tra il 1° marzo e il 15 maggio, per i quali il medico “ha certificato la presenza di una malattia respiratoria, sia essa stata la causa iniziale di morte o una causa associata”, sono stati 2.221 (6,7 per cento), 374 (3,7 per cento) dei quali con polmonite. Un dato inferiore, quest’ultimo, ai decessi cagionati dalla Sars-Cov- 2. L’epidemia, tra il 1° e il 15 aprile, ha ucciso più pugliesi rispetto alle altre patologie di natura respiratoria (causa diretta) nel 2017. Hanno perso la vita 178 residenti in rapporto ai 125 morti di tre anni fa. Poi la curva ha iniziato fortunatamente a decrescere. Tra il 16 e il 30 aprile sono stati registrati, infatti, 127 decessi a fronte dei 121 del 2017 riportati l’Istat, mentre tra il 1° e il 15 maggio il Covid ha fatto 46 vittime (167 nel 2017).
L’Istituto nazionale di statistica ha messo in relazione anche i dati riguardanti altre patologie: le malattie del sistema circolatorio, tra il 1° marzo e il 15 maggio 2017, hanno tolto la vita a 2.926 persone (6,2 per cento) e il tumore ha ucciso 2.142 pugliesi (5,9 per cento). Mentre il Covid ha fatto più morti del diabete (368) e dell’Alzheimer (366). Il nuovo virus in Puglia ha causato meno danni rispetto ad alcuni disturbi, ma è un’insidia che non ammette distrazioni: il rispetto delle misure di prevenzione resta quindi un fattore essenziale. Soprattutto in considerazione della recente ripresa della circolazione interregionale. I dati della Lombardia (in particolare) e di altre aree (Emilia-Romagna, Veneto, Liguria, Piemonte) relativi alle morti offrono la rappresentazione plastica delle differenze numeriche tra meridione e settentrione d’Italia, dove la Sars-Cov-2 si è abbattuta sulla popolazione come uno tsunami. Nello stesso periodo di riferimento (1° marzo-15 maggio), in Lombardia morivano 15.388 persone (il 48,7 per cento del Paese), in Piemonte 3.557 (11,3 per cento), in Emilia-Romagna 3.939 (12,5 per cento), in Veneto 1.760 (5,6 per cento) e in Liguria 1.336 (4,2 per cento). In quelle zone, nel 2017, per mano delle malattie respiratorie, sono deceduti, rispettivamente, 1.612, 874, 938, 803 e 389 abitanti.