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“Diario di una rivoluzione” A Martina Franca

locandina

Di seguito il comunicato:

Sabato 7 maggio alle ore 19:00, presso l’auditorium della Fondazione Paolo Grassi sito in Via Principe
Umberto 14, nel centro storico di Martina Franca, si svolgerà la presentazione del libro di Roberto
Romano dal titolo Diario di una Rivoluzione – Patrioti e legittimisti nel Regno di Napoli – 1798-1799.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Martina Franca, Franco Ancona, e dell’assessore alle Attività
Culturali, Antonio Scialpi, interverrà il professor Carmine Pinto, direttore del Dipartimento di Studi
Umanistici dell’Università degli Studi di Salerno e direttore dell’Istituto per la Storia del Risorgimento
italiano, nonché lo storico e geografo Roberto Romano, autore della ricerca. Modera l’incontro la
dottoressa Cristina Comasia Ancona.
L’evento è organizzato dall’Associazione Terra Terra che ha voluto collegarsi alle manifestazioni
promosse dall'Amministrazione comunale di Martina Franca nel biennio 2019-2020 per commemorare i
bicentenari della Repubblica Napoletana (21 gennaio-19 giugno 1799) e della Costituzione del Regno di
Napoli (9 luglio 1820). Queste esperienze politiche rivestono notevole importanza nelle vicende
storiche di Martina, in quanto hanno profondamente inciso la memoria collettiva e il sentire religioso di
una città, fra pochissime in Puglia, che volle e seppe, quasi unanimemente, condividere una tensione
sociopolitica internazionale, presaga nel voler abbattere l’anacronistico Ancient Regime e foriera degli
ideali risorgimentali.
La ricerca storica di Roberto Romano presenta una mappa geografica e un diario degli eventi della
Repubblica Napoletana nella nostra città e in quelle contermine. La monografia, patrocinata
dall’Amministrazione Comunale di Martina Franca, induce in modo particolare i giovani a riflettere e ad
approfondire un argomento topico della cultura meridionale di portata nazionale ed europea.
Sinossi
Regno di Napoli 1798-1799.
Maximilien de Robespierre e Louis Antoine de Saint-Just sono già morti.
A Napoli Emanuele De Deo, nonostante le ripetute torture, non rivela i nomi dei fautori della congiura
antiborbonica del 1794.
La Rivoluzione, quella scoppiata in Francia nel 1789 ed esportata nella Penisola italiana e non solo, è a
un passo dal fallimento, avendo contro i maggiori stati europei riuniti nella cosiddetta Seconda
coalizione. Nella Capitale e nel Napoletano continentale si vivono solo notti senza luna per chi cerca tra
le pieghe di un regno dispotico un barlume di Libertà, d'Uguaglianza e di Fratellanza.
Il re di Napoli, Ferdinando IV di Borbone, prova a tenere in piedi un sistema obsoleto, retto su logiche
non al passo con i nuovi tempi, e sembra voler ignorare le conseguenze sociopolitiche della deposizione
del re di Francia Luigi XVI di Borbone: le opinioni, se perseguitate, diventano sentimenti e questi sono
difficili da governare. Il 21 gennaio 1799 a Napoli viene proclamata la Repubblica e, a macchia d'olio, in
ogni città del Regno vengono elette le municipalità democratiche all'ombra dell’Albero della libertà.
Per il re, scampato a Palermo, l'unica soluzione è la guerra: guerra totale, guerra civile, guerra di idee.
A combatterla è l'Ancient Regime, difeso dai legittimisti guidati da avidi capimassa e dal cardinale
Fabrizio Ruffo, che hanno contro nobili, avvocati, ecclesiastici d'ogni ordine e grado, artigiani e giovani
ribelli, tra loro definitisi patrioti.
A resistere fino allo stremo, oltre alla Capitale, sono poche città della Puglia: Altamura, Mattina,
Acquaviva. Si contano i morti da entrambe le parti in guerra ma a sopravvivere sono le idee capaci di
segnare un solco profondissimo, una ruga rivoluzionaria che incide il Tempo.
Questo è il diario di quei terribili giorni.


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