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Taranto, diossina: dati Arpa, “cinquemila firme pronte ad essere depositate in Procura” Esposto, sarà presentato in questo mese. Massa critica Ionio: ripristinare metodo scientifico e inconfutabile

Arpa Grafico Diossine

Di seguito un comunicato diffuso da Luciano Manna:

Questo è il grafico di Arpa Puglia che visualizza chiaramente le impennate dei valori delle medie annuali relative alle diossine rilevate in diverse zone di Taranto. L’incremento più eclatante quello della masseria Carmine della famiglia Fornaro: un dato che si avvicina al valore che causo nel 2008 la mattanza di capre e pecore che dopo essere state abbattute sono state smaltite come rifiuto speciale. Ma anche in altri siti, nel 2018, i valori si riscontano valori più elevati: Agglomerato Ilva, Deledda, Tamburi Orsini.

Il 16 gennaio, quando siamo partiti con la sottoscrizione di un esposto che denuncia le emissioni nocive di ArcelorMittal, avevamo già capito che la nuova gestione in pochi mesi di produzione era sulla stessa linea della gestione dei Riva e di quella dei Commissari di Governo. Oggi abbiamo tutte le conferme: nelle acciaierie continuano a verificarsi slopping, dalle cokerie si alzano fumi cancerogeni di Benzo(a)pirene che non vengono captati, gli impianti dell’agglomerato sono ditrutti e dagli squarci si disperdono polveri contenenti diossina. Abbiamo le prove, le depositiamo in Procura.

Oggi siamo in 5000 ad aver firmato questo esposto, 5000 persone che hanno tirato fuori un documento di identità per sottoscrivere questa denuncia. Nei giorni della settimana prossima raccoglieremo tutti i fogli su cui sono state raccolte le firme ed immediatamente dopo, contiamo di farlo nel mese di marzo, ci recheremo in Procura per depositare l’esposto.

Riteniamo umiliante lo scherno del sindaco di Taranto nei confronti dei cittadini, che denuciano attenendosi solo ai dati scientifici, che interviene in netto ritardo sulle questioni ambientali e sanitarie dopo aver tenuto sino ad oggi una posizione politica in linea con chi ha legiferato, in maniera incostituzionale, ai danni di Taranto. Nell’esposto chiediamo anche che la Procura rilevi eventuali responsabilità istituzionali. Il sindaco dovrebbe tutelare la salute dei cittadini e temiamo che sino ad oggi l’abbia fatto solo con una inutile e inefficace propaganda politica condita da suoi fatti personali che ai cittadini di Taranto non interessano. Ai cittadini di Taranto interessa il futuro e la salute dei propri figli. Le donne e gli uomini che hanno una dignità si preoccupano della vita e del futuro dei proprio figli, non di altro.

Di seguito un comunicato diffuso da Massa critica Ionio:

In questi ultimi giorni, gli organi di stampa, hanno riferito di un presunto incremento delle concentrazioni di taluni inquinanti di natura industriale, desumibile dal confronto dei dati attinenti il primo bimestre 2018 ed il primo bimestre 2019, pubblicati dall’ Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in relazione alla qualità dell’aria in città.
L’Amministrazione comunale animata dall’irrinunciabile auspicio di tutelare al meglio, anche in via precauzionale, la salute dei propri cittadini, evitando nel contempo che alcune comunicazioni sommarie possano procurare allarme, turbare la popolazione e fiaccare gli sforzi di tutte le Istituzioni, ha inteso rivolgere ad ARPA formale invito a produrre in tempi brevi dati certi e incontestabili.
Chi amministra la città, per tutelare la salute dei propri cittadini, con atti e provvedimenti, conseguenziali, non può prescindere da dati scientifici condivisi.
Uno sei primi impegni assunto da Massa Critica nel nostro atto costitutivo e quindi fra le nostre ragioni fondanti è la corretta informazione contro le Fake news. L’assunzione della verità scientifica, qualunque essa sia, contro la manipolazione. La verità certificata e riconosciuta. Quella del dato validato e inconfutabile, che si ottiene tramite un processo di formazione ben definito di notevole complessità.
Salvo che non si voglia assumere “un’altra verità a prescindere”, questo è l’unico metodo per restituire tranquillità ai tarantini ed autorevolezza a chi li amministra. Ognuno si assuma le sue responsabilità, Governo e Ministero dell’Ambiente in primo luogo, per esprimere una parola di chiarezza e bene ha fatto in tal senso il Ministro Costa a chiedere al direttore generale dell’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Alessandro Bratti, di disporre delle verifiche.
Ripristinare un metodo dal rigore scientifico condiviso e inconfutabile è l’unica strada per governare questo territorio. L’altro è quello di arrendersi agli irriducibili del “chiudiamo comunque” mettendoli alla prova per verificare se ne sono realmente capaci…


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