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Regista foggiano: sessualità, “vittima di bullismo ad otto anni” Sciarra: "soprusi, violenze, emarginazione, istigazione al suicidio"

Sciarra foto

Di seguito il comunicato:

Soprusi, violenze, emarginazione, istigazione al suicidio. Il regista foggiano Giuseppe Sciarra fu vittima di bullismo dall’età di soli otto anni, a causa di una presunta omosessualità per cui i suoi coetanei si sarebbero scatenati in una vera caccia alle streghe contro di lui. La sua storia è stata raccontata in un documentario, Ikos, che però parlerebbe solo in una minima parte della vicenda. A dirlo è lo stesso Sciarra: “Ho avuto paura per la mia vita. C’era un’attenzione malata nei miei confronti. Un’ossessione per la mia presunta omosessualità che rasentava il patologico. Ho subito minacce e molestie.”, ha dichiarato Sciarra.
“C’erano situazioni da film pasoliniano al mio paese di droga e delinquenza. So di storie terribili dietro le mura domestiche di molte famiglie. Questo spiega la rabbia e la violenza diffusa tra molti adolescenti del luogo che si traduceva in comportamenti folli, aggressivi, meschini, inumani – e non sto esagerando – dove bisognava trovare sempre un capro espiatorio. Ho visto prendere di mira pesantemente tanti altri e altre, non sono stato l’unico a essere stato colpito da bulli con scherzi crudeli, violenze fisiche e psicologiche quotidiane. Alcune delle vittime oggi negano quello che hanno vissuto. Hanno paura. I bulli invece negano di essere stati bulli. Alcuni hanno la faccia tosta anche di chiedermi l’amicizia su instagram.”, dice Giuseppe Sciarra.
“Alcuni presunti amici dei miei genitori mi prendevano in giro coi loro figli. Facevano battutine maligne quando i miei non potevano accorgersene e pettegolezzi alle spalle sul mio orientamento sessuale. Stiamo parlando di un ragazzino. Dovrebbero vergognarsi!”, afferma risoluto Sciarra per poi aggiungere. “Trovo gravissimo che gente adulta vicina invece di aiutarmi a uscire da quell’inferno, sapendo che venivo bullizzato, mi prendeva a sua volta in giro.”
“Tutti gli spettatori, ossia i complici dei bulli, che non hanno alzato un dito per aiutarmi e hanno contribuito a prendermi in giro calunniandomi alle spalle con dicerie contro me e mio padre, dove si sono inventati che mi picchiava e si vergognava di me sono ugualmente colpevoli. Così come sono colpevoli certi finti amici delle scuole medie che terminate le scuole hanno iniziato magicamente a prendermi in giro dandomi del frocio per farsi belli con il loro gruppo di amici.”, dice duramente il cineasta pugliese.
“Chi afferma con tanta sicurezza che  quello che dico non è vero è complice di un sistema che vuole nascondere delle verità scomode minimizzandole perché vanno a intaccare le proprie certezze e la propria mentalità. Da vittima sono diventato carnefice. Il che è il colmo. Io credo che bisognerebbe mettersi una mano sulla coscienza e vedere certe storie come un’occasione per migliorarsi e migliorare il proprio contesto sociale invece che come un attacco.”, conclude Sciarra.

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