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Ilva di Taranto: cassa integrazione per 4984 lavoratori Comunicazione dell'azienda ai sindacati: esubero temporaneo da marzo. Fim-Cisl: valutare opportunità per attenuare perdite dei dipendenti. Dario Stefàno: da crisi occupazionale a dramma sociale

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La temuta notizia è arrivata. In cassa integrazione, probabilmente in cassa integrazione straordinaria o comunque con ammortizzatori sociali da marzo, 4984 lavoratori del siderurgico di Taranto. Sono considerati in esubero temporaneo. Lo hanno comunicato i vertici Ilva ai sindacati. È andata anche peggio drl ptevisto perché siamo praticamente a quota cinquemila. Da marzo. Interventi agli impianti e carenza di commesse, alla base della decisione aziendale, scaduto il periodo dei contratti di solidarietà.

Di seguito un comunicato diffuso da Valerio D’Alò, segretario territoriale Taranto-Brindisi del sindacato Fim-Cisl:

Questa mattina in Ilva è partita la discussione relativa ai nuovi ammortizzatori sociali da utilizzare, in vista della prossima scadenza dei Contratti di solidarietà. Da marzo i lavoratori dell’Ilva potrebbero essere interessati dalla Cassa integrazione guadagni straordinaria. Durante l’incontro tra azienda e sindacati è emerso un primo dato certo: l’Ilva intende estendere la Cigs a 4984 unità. Un numero più alto, rispetto al personale ad oggi interessato dalla Csd, motivato dal fatto che cambiando il tipo di ammortizzatore sociale, cambiano i numeri in eccesso proprio per la natura della sospensione delle unità produttive dei vari reparti, che non vanno più in alternanza, ma a sospensione a zero ore. Al di là dei numeri che sono relativi all’attuale scenario, quindi – sottolinea la Fim Cisl – l’aspetto che ci preme e su cui porremo la nostra attenzione, non è tanto il tipo di ammortizzatore (se pur importante) o il peso dei coinvolti, ma di lavorare su un sistema di rotazioni, ricollocazioni e integrazioni tale da garantire il minor colpo possibile ai dipendenti.

Nello stesso tempo – conclude il segretario generale della Fim Cisl, Valerio D’Alò – valuteremo ogni possibilità finalizzata alla riduzione dei numeri dei coinvolti, annunciato questa mattina.

Di seguito un comunicato diffuso dal senatore Dario Stefàno:

“I 5.000 esuberi temporanei che Ilva ha comunicato ai sindacati rischiano di innescare un vero e proprio dramma sociale che si andrebbe a sommare ad una crisi occupazionale già in corso. Al governo chiedo non solo di mantenere alta la guardia ma, insieme alla Regione Puglia, di mettere definitivamente sul tavolo il destino della fabbrica”. A dirlo è il senatore Dario Stefàno (Misto), Presidente de La Puglia in Più, che annuncia un suo intervento in Aula, nella giornata odierna, per chiedere al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di aggiornare il Parlamento sulla volontà o meno di dar seguito alla richiesta dei sindacati di istituzionalizzare il confronto tra le parti.

“Dalla ‘solidarietà’ – continua Stefàno – si prevede il passaggio alla ‘cassa integrazione straordinaria’ con una possibile decurtazione sugli stipendi – già ridotti – di circa 130/150 euro. Oltre alla crisi delle aziende dell’indotto Ilva, ora ci saranno migliaia di dipendenti e, con loro, migliaia di famiglie, in seria difficoltà. Si rischia un ulteriore impoverimento”.

“Il governo, già da ora, ha due possibilità concrete: predisporre una deroga al contratto di solidarietà oppure intervenire sul decreto per il Sud con un emendamento ad hoc che possa contribuire a recuperare questo trattamento economico. Sono – conclude Stefàno – iniziative a portata di mano”.

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