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Migranti: gli hotspot, “strutture opache”. La denuncia di un parlamentare che parla di “trattamento disumano” Uno dei centri si trova a Taranto. L'accusa è di Erasmo Palazzotto, vicepresidente della commissione Esteri della Camera. Dalle identificazioni in violazione del diritto all'erogazione dei servizi "in condizioni di generale illegalità"

taranto hotspot

Erasmo Palazzotto, di Sinistra italiana, ha presentato la relazione di minoranza sulle attività degli hotspot italiani. Sono quattro e fra essi, da otto mesi esatti, quello di Taranto. Il vicepresidente della commissione Esteri della Camera, nella relazione alla commissione d’inchiesta sui Cie (centri di identificazione ed espulsione) parla apertamente di strutture in cui viene violato il diritto, dalle regole nazionali “anche di rango costituzionale” a quelle internazionali. Dalla procedura di identificazione in poi, secondo Palazzotto, si compiono violazioni. Anche la gestione degli hotspot è ritenuta meritevole di approfondimento perché l’esponente di Sinistra italiana ne parla come di “strutture opache” e i gestori dei setvizi, spesso li erogano “in un clima generale di illegalità” ovvero non secondo quanto previsto nel capitolato d’appalto. L’essenza degli hotspot, il trattenimento dei migranti per identificarli: soprattutto a Lampedusa, nelle condizioni attuali, trattamento “inumano e degradante” per i migranti che ci devono stare. E tante altre accuse ancora, al sistema dei quattro hotspot (gli altri si trovano a Pozzalli e Trapani) che, al 27 ottobre, vedeva 1043 persone trattenute. In violazione del diritto, secondo Palazzotto. La notizia è riportata da Repubblica.
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