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Taranto: “il disastro delle coste italiane”, oggi la presentazione dello studio Geomorfologi, risultati di una ricerca che dura da anni

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Di seguito un comunicato degli organizzatori:

I geomorfologi italiani hanno fatto sopralluoghi e approfondito casi studio distribuiti lungo tutta la fascia costiera italiana . I risultati dell’attività di ricerca, che dura da diversi anni, verranno presentati alla stampa per la prima volta in assoluto a Taranto, venerdì 29 settembre.

 

Pambianchi : “Venerdì 29 Settembre – ore 15 e 30 – presenteremo alla stampa, per la prima volta, un’attività di ricerca condotta dai ricercatori geomorfologi in accordo con ISPRA. Abbiamo scelto la Puglia perché ha coste splendide dove però insistono rischi geologici come l’erosione”.

Geomorfologi da tutta Italia a Taranto venerdì 29 settembre per la Convention Nazionale durante la quale, alle ore 15 e 30, presenteranno per la prima volta alla stampa due straordinari progetti nuovi. Da una parte START e dall’altra l’attività di ricerca durata più di 3 anni su tutta la fascia costiera italiana.

 

“START – Sistemi di rapid mapping e controllo del territorio costiero e marino. L’Italia è stata colpita numerose volte da ondazioni eccezionali, mareggiate e tsunami; questi ultimi hanno lasciato memoria e danni gravissimi  numerose volte –ha affermato Gilberto Pambianchi, geomorfologo dell’Università di Camerino e Presidente Nazionale dei Geomorfologi Italiani –  ad esempio nel 1908, a seguito del terremoto di Messina. START ha dato vita ad una cartografia digitale che presenteremo alla stampa il 29 settembre a Taranto. I dati raccolti con START ci consentono di definire in tempo reale l’impatto  di una mareggiata eccezionale e costruire scenari verosimili per un eventuale tsunami. START sarà illustrato dagli esperti dell’ENvironmental SUrveys srl (ENSU), dell’Università di Bari, dell’Università del Salento, del Centro Euro-Mediterraneo  sui Cambiamenti Climatici, Links Management & Technology srl e Etacons srl”.

START si incrocia con l’attività di ricerca durata più di 3 anni su tutta la costa italiana e condotta dal Gruppo di Ricerca di Morfodinamica delle Coste istituito dall’AIGEO.

 

“Presenteremo i due studi in contemporanea alla stampa, il 29 Settembre, alle ore 15 e 30 a Taranto per dare una visione di insieme sul panorama costiero italiano.

Abbiamo fatto uno studio lungo tutte le coste d’Italia, durato 3 anni , elaborando simboli  metodi di riconoscimento dei fenomeni di rischio geologico costiero –ha concluso Pambianchi –  dando vita ad un nuovo linguaggio scientifico, approvato dall’Ispra e che verrà adottato in tutta Italia. Ne è nata una sperimentazione di cartografia geomorfologica digitale delle coste italiane, grazie alla quale sarà possibile evidenziare le aree in crisi e che hanno una particolare dinamica. Ad  esempio abbiamo evidenziato le zone di costa  con spiaggia in erosione, quelle con falesie di crollo, quelle con grotte marine, quelle con spiagge in avanzamento, quelle con aree soggette ad inondazione.

Venerdì, per la prima volta illustreremo alla stampa, i risultati inediti di questa attività di ricerca”.

 

Interverranno –  il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Felice Uricchio, il Direttore del Dipartimento Jonico in Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo, Bruno Notarnicola, il Presidente Nazionale dei Geomorfologi Italiani, Gilberto Pambianchi, il Coordinatore del Gruppo di Ricerca sulla Morfodinamica Costiera dell’AIGEO, Giuseppe Mastronuzzi, Palmalisa Marra di Links srl, Giovanni Coppini del Centro Euro-Mediterraneo  sui Cambiamenti Climatici

In mattinata escursione aperto alla stampa. I geologi scenderanno nella Gravina di Riggio. Con i geomorfologi saremo presso il sistema deltizio del canale Daiedda – Leverano d’Acquino, situato nel II seno del Mar Piccolo, SIC dal 1995 in quanto caratterizzato dalla presenza di numerose specie di uccelli sia migratori che stanziali. Il sistema deltizio è anche Riserva naturale orientata della regione Puglia denominata Palude La Vela. Il secondo stop sarà nei pressi di San Giorgio Jonico per vedere le dune fossili del Tirreniano. Di lì ci sposteremo nei pressi Grottaglie per vedere la gravina di Riggio e poi verso Monte Trazzonara per vedere l’ultimo terrazzo  marino e la successioni dei terrazzi marini verso la piana di Taranto dal punto panoramico de gli Orimini in contrada San Paolo a Martina Franca.

(immagine home page: repertorio)




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