Eurospin

rendimentogold

basilepiccolo

Inprimis la tua agenda digitale


Giuseppe Conte rinuncia a formare il governo Ha rimesso il mandato al presidente della Repubblica

IMG 20180527 191907

Il segretario generale della presidenza della Repubblica ci ha messo venti secondi: ha letto la formula, rimesso il mandato. Poco dopo, con due parole, Conte ringrazia e va via. Poi il presidente della Repubblica, garante della Costituzione, parla al Paese in questa serata difficilissima per l’Italia. Dice che non poteva nominare ministro dell’Economia un sostenitore dell’uscita dell’Italia dall’euro, prospettiva disastrosa per cittadini e imprese e gravissimo rischio per il nostro debito pubblico. Contemporaneamente, il leghista Salvini, da Terni, lo attacca.

Giuseppe Conte ha rinunciato a formare il governo. Ha rimesso il mandato al presidente della Repubblica.

Colloquio decisivo, alle sette di sera. Non sono state rimosse le difficoltà per il varo dell’esecutivo, ovvero l’accettazione da parte del capo dello Stato dei ministri proposti. Il caso è quello, specificamente, di Paolo Savona che a tutti i costi la Lega vuole al dicastero dell’Economia.

Nel colloquio con il presidente del Consiglio incaricato, ancora, il capo dello Stato ha posto il voto su Savona (agenzia Ansa citando fonti M5S: ma sul piano istituzionale non c’è nulla di formale). Invece fonti del Quirinale riferiscono che non ci sono stati veti ma irrigidimenti dei partiti.

Il capo dello Stato è garante, ai sensi della Costituzione, dei trattati internazionali. E ha bisogno di tutte le garanzie al riguardo. Non per capricci personali ma per dovere costituzionale.

Oggi Paolo Savona ha anche scritto una nota nel tentativo di tranquillizzare, circa il suo europeismo. C’è però un passato che, evidentemente, è lì a condizionare tutto.

Prima di Conte, al Quirinale erano saliti Di Maio e Salvini. Cosa assolutamente irrituale e che, per questo, ha lasciato presagire una conclusione negativa del tentativo del professore pugliese, di Volturara Appula.

Nella lista dei ministri c’era la leccese Barbara Lezzi. Avrebbe avuto il ministero per il Sud.

Saltato tutto, le elezioni anticipate sono sullo sfondo. E il timore è che si tratti di elezioni con una campagna elettorale difficile, violenta verbalmente (e speriamo solo verbalmente).

Da qui, la cosa sembra così. Li ha portati all’acqua alta, i grillini, e ce li ha lasciati. E senza prendersi la minima responsabilità di governo non finisce la propaganda di chiacchiere. Mutuando dal cinema, questa situazione di (non) governo: un genio, due compari, un pollo. Berlusconi, Salvini-Meloni, Di Maio. Per i prossimi giorni: Gentiloni riporta gli scatoloni a Palazzo Chigi poi a breve un governo del presidente e lì Mattarella, un grande capo dello Stato che ha agito per il bene del Paese, lasciato pressoché solo, dovrà essere sostenuto dalla politica. In particolare dovrà battere un colpo il Pd che ora deve smettere di litigare con se stesso.




Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *