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Elezioni: legge urgente, dice il presidente della Repubblica. Ma non si fa Consiglio ai cittadini: quando vedete un parlamentare, ditegli di andare a lavorare

mattarella quirinale

In queste settimane soprattutto, vedrete tanti parlamentari del territorio, in giro. Tutti i territori d’Italia, vedranno i loro parlamentari, in giro. A cercare di raccattare voti per le elezioni amministrative. E la cosa accadrà anche in Puglia. Quando incontrate un parlamentare del vostro territorio, ditegli di andare a lavorare.

Che non è l’affermazione di stampo populista, alla quale superficialmente pensare per catalogarla.

Che i parlamentari debbano andare a lavorare è un’urgenza, perché c’è da fare la legge elettorale in vista delle elezioni politiche. Sono dietro l’angolo, le politiche, e siamo in presenza di due sistemi elettorali diversi, per Camera e Senato, con prospettive di maggioranze diverse e, dunque, prospettive di ingovernabilità. Il presidente della Repubblica, ieri, ha comunicato ai presidenti di Senato e Camera l’urgenza di varare la nuova legge elettorale. Questo è un campanello d’allarme. Non solo: il presidente della Repubblica potrebbe pure mandare, e chissà che non lo faccia a breve, un messaggio alle Camere, per dire dell’urgenza della nuova legge elettorale. Sarebbe un atto grave ma meritato dal nostro parlamento. E nessuno provi a sfilarsi dalle responsabilità, quando piove piove per tutti.

Cosa blocca i partiti? Una cosa che ufficialmente nessuno dice, anzi a parole tutti vogliono che questa logica si superi: i capilista bloccati. Cioè, i partiti e in particolare i loro capi, di un privilegio del genere, non vogliono fare a meno, questa è la verità. Per questo tipo di privilegio, i destini di un Paese sono incerti. Incertissimi: perché un (doppio) sistema elettorale come quello vigente, è veramente un problema. Occorre cambiarlo e i capi o capetti dei partiti, devono farsene capaci per il bene del Paese, altro che capilista.

I parlamentari: alcuni o molti di loro, chissà, prenderanno le amministrative di giugno prossimo come una sorta di allenamento in vista delle politiche fregandosene altamente dei destini delle realtà locali. Cercheranno di capire se siano sistemati bene per i loro destini personali in parlamento, o se siano alla canna del gas. Ecco: quando i parlamentari verranno nelle prossime settimane a fare i bravi per dirvi di votare i loro gruppi alle amministrative 2017, rispondete loro senza mezzi termini: vai a lavorare. Andate a lavorare. E fate subito la nuova legge elettorale per le elezioni politiche. Altro che fare i bravi nel prossimo mese e mezzo.
Agostino Quero




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