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Pensioni, sentenza della Corte Costituzionale: il ministro “chieda scusa ai pensionati” Chiarelli attacca Poletti e il governo Renzi, "si è inventato il bonus restituendo solo una piccolissima parte di quanto illegittimamente sottratto"

chiarelli parlamento

Di seguito un comunicato diffuso dal parlamentare Gianfranco Chiarelli:

Giuliano Poletti, si è detto «soddisfatto» per la sentenza, che ha promosso il provvedimento sulle perequazioni pensionistiche, «perché ha stabilito la bontà del nostro lavoro e il rispetto dei principi costituzionali». Ancora una volta il ministro esprime concetti che risultano offensivi della intelligenza e della dignità dei cittadini. La Consulta come è noto, ha bocciato il blocco della rivalutazione delle pensioni stabilito dal governo Monti. Il governo Renzi, anziché rispettare il pronunciamento della Corte Costituzionale si è inventato il cosiddetto Bonus Poletti restituendo solo una piccolissima parte di quanto illegittimamente sottratto alle pensioni. Con la sentenza di ieri la Consulta non modifica il suo giudizio sulla incostituzionalità del blocco, né come pensa Poletti ha riconosciuto la bontà del suo lavoro, ma stabilisce che il decreto-legge n. 65 del 2015 «realizza un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica». In pratica si confermano le ragioni dei pensionati ma si fa valere la “ragion di Stato”. E’ quella stessa ragion di Stato che consente di spendere miliardi pubblici per Alitalia, destinata al fallimento, o per ultimo, per le banche che hanno messo per strada migliaia di risparmiatori. Forse è il caso che Poletti chieda scusa ai sei milioni di pensionati, ingiustamente penalizzati, sia per il maltolto sia per le sue inopportune esternazioni.




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