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Martina Franca: tutela dei deboli, l’amministrazione comunale li mette (quasi) in mezzo alla strada Elenchi con centinaia di richiedenti sostegno, affissi in un corridoio nella zona posteriore del palazzo ducale. E la privacy è servita

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Centinaia di persone, nelle settimane scorse, hanno presentato le loro istanze per ottenere le misure di sostegno da parte dell’amministrazione pubblica. Saranno cento a svolgere dei lavori, secondo un programma sociale di indubbia importanza del Comune di Martina Franca. Sono circa settecento le domande pervenute. Oggi un richiedente ha contattato il cronista perché evidenziasse la protesta: lui si trovava, in graduatoria, in una posizione ritenuta inadeguata perché gli hanno dato pochi punti in relazione al parametro di reddito Isee. E come fa a sapere di avere altri avanti?, è stata la domanda. Risposta, perfino banale: ci sono gli elenchi affissi.

Cioè, gli elenchi di settecento persone certamente in crisi economica, se non esistenziale perché non lavorano, sono alla mercè di tutti. E la tutela della riservatezza dov’è?

Eccola. Fra un manifesto del concerto di Gino Paoli e una mappa della città, ovunque si è trovato spazio in quella parete, si è fatto il patchwork anche con gli elenchi dei disagiati. in un corridoio, zona posteriore del palazzo comunale: un corridoio che dà sulla strada. Dove chiunque, ma proprio chiunque, può andare a vedere le situazioni, di difficoltà, degli altri. Impensabile che fosse un’idea dell’ufficio o dell’assessore ai Servizi sociali. Le esperte funzionarie mai avrebbero fatto una cosa del genere. Però è successa. Chi è stato? La dignità della persona: come no. L’amministrazione pubblica che tutela i deboli, invece di un altro modo di comunicare più impegnativo ma più rispettoso, li ha messi in mezzo alla strada o quasi. Il sindaco, principale responsabile dell’amministrazione comunale e che in campagna elettorale aveva spesso detto dell’attenzione verso i deboli, non ha mosso un dito per pretendere la rimozione di quegli elenchi (perché se lo ha fatto e questo è il risultato, è anche più grave). Ma tutto ciò non è neanche più una novità.

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8 Comments

  1. E che caspita sig. Direttore! Non ci posso credere! Ditemi che è uno scherzo! Su dai è uno scherzo. Almeno Lei ci fa divertire rispetto a questa estate che non parte. Lei è proprio un burlone. Grazie di esistere…. e se fosse vero? e chi se ne frega…tanto io non sono di Martina Franca…

  2. Premesso che non ho la più pallida idea di quale possa essere nella pubblica amministrazione il modo più corretto per mettere al corrente della graduatoria tutti i richiedenti, garantendo agli stessi tutela della privacy e trasparenza (ovvero assenza di imbrogli), non capisco come mai assolve a prescindere le esperte funzionarie dell’ufficio dei servizi sociali o l’assessore competente? Sia ben chiaro che non voglio accusare né le funzionarie né l’assessore perchè non è escluso che questo fosse l’unico modo loro disponibile per permettere a tutti di esercitare un controllo. Almeno l’obiettivo del controllo da parte di tutti i richiedenti è stato ottenuto, come dimostra la telefonata del lettore che ha dato spunto a questo articolo. E’ sicuramente spiacevole l’episodio ma è indubbiamente più antipatico quando in nome della tutela della privacy gli amministratori consumano i più grandi imbrogli. In questo caso la tutela della privacy risulta falsa.

    1. Grazie per il suo intervento. Sull’assoluzione, come la definisce lei, le dò ragione. Sarebbe veramente incredibile, se fossero responsabili di questo episodio, perché prima non è mai accaduto. Questa è la motivazione. C’è il modo per mettere insieme le due esigenze: tenere, ad esempio, l’elenco a disposizione degli interessati, per la consultazione. Ma non quella parata di fogli, alla portata di tutti, riguardo a situazioni che sono di disagio. (agostino quero)

        1. Grazie per il suo intervento. La trasparenza è un conto, la mancanza di riservatezza è un altro. Si possono fare le cose con un criterio diverso. Trattandosi di pubblica amministrazione, si devono fare con un criterio diverso da quello seguito e con rispetto nei confronti delle situazioni delle persone. Rendere pubblici gli elenchi non è quella cosa orrenda che è stata fatta. (agostino quero)

  3. Forse prima non era mai accaduto perchè, democristianamente, si preferiva che il popolo sapesse il meno possibile soprattutto per quanto riguarda graduatorie e diritti. I diritti venivano trasformati in favori. Se non avevi il santo in paradiso anche l’ottenimento di un semplice passo carrabile o un semplice posto riservato a tutti i disabili e non a quelli che tali non erano diventava una impresa irrealizzabile. Per fortuna dei politici dell’epoca non c’erano i giornali on line di oggi (è un bene che ci siano). Ritornando alle funzionarie: qualcuno avrà compilato quelle liste, avrà dato, forse pensando alle ferie, istruzioni circa la loro pubblicazione. E, rispondendo a queste domande, se lei ritiene che abbia sbagliato, quel qualcuno avrà un nome e un cognome.

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