Il ministro Carlo Calenda dice oggi: o venfita o liquidazione. I voli rimangono invariati, per momento. Si tratta, peraltro, della quiete prima della tempesta, per l’Alitalia in seguito al referendum tra i lavoratori della compagnia. Due su tre hanno detto no al preaccordo azienda-sindacati, che prevedeva 980 esuberi e decurtazioni aglu stipendi dell’otto per cento, fra le altre cose. Ciò avrebbe portato a una rucaputalizzazione che però ora è impossibile, ha sancito oggi il consiglio di amministrazione. Convocata per il 27 aprile l’assemblea dei soci, avviata la procedura per il commissariamento (verrebbe affidato a Gubitosi o Laghi) con la comunicazione all’Enac, ente nazionale per l’aviazione civile: altrimenti sarebbe stata revocata la licenza di volo. Siamo a questo punto dell’emergenza. Sullo sfondo di tutto ciò, infine, c’è la liquidazione, in caso di mancata vendita. Cioè, tutti a casa.