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A Nardò era proprio un lupo: il dna conferma Asl Lecce: è ormai accertata la presenza nel Salento, dopo oltre un secolo

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Di seguito un comunicato diffuso dall’Asl Lecce:

Il lupo è tornato nel Salento. La “prova regina”, il Dna, l’hanno trovata i veterinari della ASL Lecce sui resti di una carcassa di ovino, dopo che un allevatore di contrada “Fattizze”, in agro di Nardò, aveva segnalato un’aggressione ai danni del suo gregge.
I veterinari ed i tecnici del Servizio Veterinario Asl Lecce Igiene Allevamenti e Produzioni Zootecniche MacroArea Nord (c.d. Siav “C” Nord) hanno proceduto al campionamento in estate, ma l’esito degli esami è stato ufficializzato di recente dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata, sezione di Taranto. I campioni di saliva hanno dunque dato esito positivo alla presenza del genotipo appartenente alla specie Canis Lupus, per cui il direttore del Siav C, Daniele Tondo, ha immediatamente diramato la comunicazione alle autorità sanitarie e territoriali, Direzione Generale ASL, sindaco di Nardò, Provincia di Lecce e Regione Puglia, oltre che al Gruppo Carabinieri Forestale, tesa ad elevare il livello di attenzione.
«Un lupo isolato – spiega Tondo – era stato individuato, fotografato e segnalato da tempo, ora abbiamo la prova scientifica della sua presenza e, probabilmente, che si tratti di un piccolo branco proveniente da altri territori, dalla Basilicata al Tarantino, in cui vi erano state numerose segnalazioni». Altra aggressione, avvenuta in zona più a sud del caso segnalato ad agosto senza alcuna segnalazione di avvistamento sospetto, sempre su un capo ovino, è attualmente sotto esame da parte del servizio. L’avvistamento di un gruppo costituito da 4 soggetti, nella stessa zona del Salento, sta destando preoccupazione soprattutto negli allevatori: «Il nostro compito – continua Tondo – consiste nell’attivare i meccanismi di vigilanza e di intervento e per questo risulta indispensabile interagire con gli enti e istituzioni preposte al controllo della fauna selvatica tra cui gli enti Parco, e di questo si avrà modo di discutere il 30 novembre e 1° dicembre 2017 a Gravina in Puglia, sede del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per valutare come affrontare il problema». Il rischio da evitare, secondo il direttore del Siav C, è proprio quello che si «inneschi una caccia al lupo ingiustificata, poiché si tratta di una specie particolarmente protetta dalla normativa regionale in materia di protezione della fauna selvatica».
La Regione Puglia, del resto, già prevede criteri e modalità per la corresponsione degli indennizzi dei danni al patrimonio zootecnico provocati da fauna selvatica protetta. «Dunque – avverte Tondo – non serve alimentare allarmismi ingiustificati, ma sono molto più utili un’attenta vigilanza e le giuste contromisure per affrontare il problema a livello regionale».

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