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Matteo Salvini a Bari. Se un politico, che è anche Ministro, teme il giudizio dei cittadini Matteo Salvini fa ergere attorno alla Manifestazione della Lega a Bari lo scorso 21 maggio un vero e proprio perimetro di difesa

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di Angela Maria Centrone

A volte capita di ritrovarsi nel mezzo di un evento, in particolare una manifestazione politica che, normalmente, coinvolge per sua essenza stessa persone con opinioni differenti. Insomma, può capitare, è democratico che ci siano dei contestatori e dei sostenitori. Ma durante la Manifestazione della Lega del 21 maggio scorso a Bari, Matteo Salvini, pur di non ascoltare e vedere le contestazioni di un’intera città, si è circondato di agenti e camionette delle Polizia, che, dopo aver creato un vero e proprio perimetro di sicurezza intorno a via Sparano, ispezionavano gli striscioni e chiedevano i documenti a chi volesse accedere all’area del comizio.

Ma se Salvini fosse semplicemente il segretario della Lega e non occupasse la carica di Ministro dell’Interno, potrebbe davvero avvalersi di un tale regime di sicurezza? È giusto ricorrere a certe misure per portare avanti una campagna elettorale, che più che per contenuti va avanti a botta di selfie? Ma se un politico, che è anche Ministro, teme il giudizio dei cittadini come può assolvere al suo ruolo di rappresentante?

Salvini, forse, è convinto che anche la politica sia diventata una questione di like. Ma il problema è che accaparrarsi una preferenza in rete, spesso distratta e superficiale, non equivale ad avere il consenso di un Paese. E, come la storia insegna, la voce di un Paese si può ignorare fino ad un certo punto. E alla fine, è colui che si sottrae al confronto pubblico a farci una magra figura.

Quel che in un certo senso rincuora è che questi tempi social, di cui tanto ci lamentiamo, se da un lato ci rendono vulnerabili al controllo e alla manipolazione, dall’altro rendono difficile (si spera ndr) l’attività di propaganda politica, poiché – se sessant’anni fa si poteva far credere che le piazze erano gremite e i treni arrivavano in orario, senza nessuno che fosse lì pronto a presentare la controprova – oggi, nel bene e nel male, ci sarà sempre qualcuno con uno smartphone a dimostrarci che un’altra verità è possibile.




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