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Bari: sequestro di beni alla docente universitaria Sei conti bancari e altre somme. Accuse nei confronti del medico del lavoro con incarichi dirigenziali: truffa aggravata e falso

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Di seguito il comunicato della Guardia di finanza:

Su richiesta della Procura Regionale della Corte dei Conti di Bari – diretta dalla Dott.ssa Carmela de Gennaro – la Sezione Giurisdizionale per la Puglia ha disposto il sequestro conservativo “ante causam” di n. 6 conti bancari, nonché di tutte le somme a credito spettanti dall’INPS/INPDAP e dall’Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari, nei confronti di una dipendente pubblica, con qualifica di docente universitario. Il sequestro – per un valore complessivo pari ad oltre 353.000 Euro – è stato eseguito dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria Bari, in collaborazione con ufficiali giudiziari del Tribunale di Bari. La docente universitaria interessata è la prof.ssa M.M. – medico del lavoro e titolare della “Cattedra di Medicina Preventiva dei Lavoratori e Psicotecnica” presso l’Università di Bari, nonché direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina del Lavoro presso il Policlinico di Bari – già indagata dalla Procura della Repubblica di Bari per i reati di truffa aggravata e falso e dalla quale ha già ricevuto una misura interdittiva della professione nel dicembre 2015. La misura cautelare reale disposta ora dalla Corte dei Conti, rappresenta l’esito sotto il profilo anche della responsabilità erariale, di una complessa indagine degli specialisti in materia di spesa pubblica del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari, in ordine a gravi condotte fraudolente perpetrate, in danno dello Stato. Dalle attività investigative era emerso, infatti, che la prof.ssa M.M., omettendo di comunicare all’Amministrazione di appartenenza l’esercizio di attività professionale privata (quale medico del lavoro) presso importanti gruppi bancari, assicurativi e commerciali, induceva in errore la propria Amministrazione (Università e Policlinico di Bari tra loro convenzionati), ottenendo – nonostante il contestuale esercizio privato della professione sanitaria non autorizzata – l’indebita corresponsione degli emolumenti stipendiali aggiuntivi previsti per i docenti che optavano per il rapporto lavorativo “a tempo pieno” ed in regime di attività professionale intramoenia.




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