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Prima gli italiani. Ma non quelli di periferia Loro dovranno aspettare fino al 2020. Decreto milleproroghe

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Di Benedetta Dentamaro:

Il decreto milleproroghe, approvato ieri, blocca 1,6 miliardi di euro già stanziati dal bando Periferie del 2016 per realizzare 96 progetti di riqualificazione urbana e messa in sicurezza di oltre 300 comuni italiani.

Tanto per citarne uno: Il recupero di Scampia a Napoli.
Il bando era rivolto a iniziative per la manutenzione di aree pubbliche, la mobilità sostenibile, il miglioramento delle infrastrutture socio-educative e della sicurezza, l’inclusione sociale e il welfare, il decoro urbano.
La Città metropolitana di Bari si era qualificata al primo posto del bando Periferie, aggiudicandosi circa 40 milioni di euro per la riqualificazione degli spazi pubblici aperti in 36 comuni della Città metropolitana di Bari (piazze, giardini, campi da gioco), di cui 17 milioni per interventi specifici nei quartieri baresi San Paolo e Libertà, e ancora Adelfia, Cassano Murge, Terlizzi, Valenzano.
Al terzo posto in graduatoria si trova il comune di Lecce con 18 milioni per una serie di interventi strategici, tra cui la manutenzione straordinaria di 24 alloggi in piazzale Siena e il recupero di edifici storici.
In pericolo anche i progetti vincenti di Andria-Barletta-Trani (18 milioni per scuole e illuminazione stradale), Taranto (9 milioni per la riqualificazione dell’area Baraccamenti Cattolica), Brindisi (17,5 milioni), Foggia (18 milioni da usare, tra l’altro, per recuperare l’ex teatro Mediterraneo).
Vi saranno anche conseguenze per le scuole materne.
Lo stop ai finanziamenti introdotto da un emendamento al Milleproroghe ha creato una frattura istituzionale con l’Associazione nazionale dei comuni (Anci). Vista la dura reazione della delegazione dell’Anci, guidata dal sindaco di Bari Decaro, che ieri aveva abbandonato il tavolo dei negoziati con il governo, il premier Conte ha annunciato misure correttive per salvare almeno i cantieri già attivati. Staremo a vedere.
I comuni sono la storia e la spina dorsale dell’Italia. Non è pensabile risollevare la popolazione senza ripartire dalle realtà locali. Rinviare progetti così essenziali per il recupero della dignità e sostenibilità delle periferie non fa che alimentare i focolai di delinquenza ed emarginazione.




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