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Call center, il gruppo interessato a Taranto: nove arresti Operazione della Guardia di finanza: fra le accuse, bancarotta di Gepin contact e affari con il figlio di un criminale di guerra. Slc-Cgil: giuste le nostre perplessità

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Tre anni fa, di Gepin contact, si parlò molto a Taranto. Realtà importante per i call center, il territorio ionico. E Gepin contact aveva interesse per Taranto. Non senza preoccupazioni del sindacato, con chiari interventi di Andrea Lumino responsabile territoriale Slc-Cgil, ad esempio. Oggi è accaduto questo.: nove arresti, fra cui i due fratelli baresi Baccaro. Forse non gli unuci pugliesi. Di seguito il comunicato della Guardia di finanza:

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo, nelle province di Roma e L’Aquila, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del locale Tribunale nei confronti di 9 persone – 7 Italiani e 2 Romeni – appartenenti a un’associazione per delinquere dedita alla commissione di reati fallimentari, riciclaggio e autoriciclaggio. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica capitolina e condotte dal Gruppo Tutela Mercato Capitali del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno preso le mosse dal fallimento della GEPIN CONTACT S.p.a., operante nel settore dei call center, e consentito di smantellare un’organizzazione che, attraverso la costituzione di una pluralità di società, tutte amministrate direttamente o indirettamente dagli associati, ha deliberatamente condotto l’impresa al dissesto, con un passivo di oltre 43 milioni di euro. Al fine di rendere inefficaci le procedure di riscossione coattiva, inoltre, il capitale sociale della fallita è stato formalmente ceduto a una persona giuridica bosniaca legalmente rappresentata da NALETILIC Mate, figlio di Mladen detto “Tuta”, quest’ultimo condannato per crimini di guerra contro l’umanità quale comandante di un gruppo para-militare operante nella ex Jugoslavia. Prima di tale cessione, liquidità per circa 2 milioni di euro sono state distratte a favore degli associati o fatte confluire nelle casse delle altre imprese del gruppo, facendo così rientrare nel circuito economico “pulito” il denaro “sporco”. È stata disposta la custodia in carcere nei confronti di: – BACCARO Giacomo (classe 1976), al vertice dell’associazione; – GIAFFREDA Massimo (classe 1970), “braccio destro” del dominus; – PAUSELLI Claudio (classe 1958), fiduciario del capo, mentre sono stati posti agli arresti domiciliari BACCARO Antonietta, sorella di Giacomo, (classe 1962), CENNI Cinzia (classe 1971), CIUCCI Daniele (classe 1982), SCIALPI Salvatore (classe 1965), DIMACHE Gabriel (classe 1967) e IONITA Costantin (classe 1977). Oltre alle misure personali, il Giudice ha disposto il sequestro, quale profitto dei reati commessi, di somme di denaro e asset patrimoniali riconducibili ai sodali per circa 2,5 milioni di euro. Tra i beni vi sono anche le quote societarie di una clinica polispecialistica e di un bar/pasticceria/ristorante di Guidonia (RM). L’operazione odierna si inquadra nella più ampia azione della Guardia di Finanza volta a ostacolare l’ingresso degli interessi criminali nell’economia legale e a tutelare, nel contempo, il rispetto delle regole del mercato e della concorrenza.

Di seguito una dichiarazione di Andrea Lumino, segretario Slc-Cgil per la provincia di Taranto:

Gli arresti effettuati dalla Guardia di Finanza mettono in luce le perplessità che come SLC CGIL di Taranto dichiarammo pubblicamente quando scoprimmo l’interesse che questa azienda aveva su Taranto. È la dimostrazione ancora una volta, a pochi giorni di distanza dalla precedente denuncia che come Slc Cgil abbiamo fatto a Grottaglie,di come questo settore debba essere controllato maggiormente dati i grandi interessi in ballo e di come sia necessario tutelare questo territorio,così esposto alla necessità di lavoro specie per i giovani. Allora da soli come Slc Cgil ci ponemmo come ostacolo difronte all’apertura dell’azienda su Taranto, creando quasi l’opinione diffusa che eravamo contro la creazione di nuovi posti di lavoro: a distanza di qualche anno, possiamo dire che i nostri dubbi erano fondati e che abbiamo svolto con responsabilità il nostro compito.

Aggiornamento qui:

Non solo call center, ecco il tentativo di ingresso a Taranto di Gepin Nel 2016 fu prospettato un enorme progetto di riqualificazione. Oggi nove arresti: fra le accuse a vario titolo, bancarotta e riciclaggio




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