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Dati rubati per manipolare le elezioni: facebook nella bufera. La vicenda riguarda gli Usa. Ma anche l’Unione europea chiede chiarimenti Primi dubbi anche sul referendum Brexit. Caso Cambridge Analytica: massimi sistemi del tutto vicini a (inconsapevoli) comportamenti personali

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In un giorno, perdita in Borsa a New York del 7 per cento circa. Facebook è nella bufera. Perché si è verificato ciò che si è sempre temuto: i dati sono stati rubati e manipolati. Ai fini elettorali. Nel particolare, i dati di cinquanta milioni di americani.Si è dimesso il capo della sicurezza dei dati del colosso online (due miliardi di utenti nel pianeta) perché la sicurezza si è rivelata un colabrodo.

Accaduto questo: secondo l’accusa, l’organizzazione inglese Cambridge Analytica ha chiesto a facebook i dati, spacciando tale richiesta come una ricerca universitaria. Invece si è avuta così la possibilità di esaminare un numero pazzesco di cittadini americani, i loro comportamenti, per elaborare le giuste tattiche, subdolamente. E per stroncare gli avversari politici. Anche ingiustamente.

Ora anche l’Unione europea chiede conto della situazione. Perché, guarda un po’, iniziano a esserci dubbi anche sul referendum della Brexit. E siamo solo all’inizio, visto che stando all’accusa Cambridge Analytica vendeva i dati ai potenziali committenti, qua e là nel pianeta, dove si votava. Anche un corredo di escort e accessori vari, per elaborare le stretegie.

Ai cittadini: occhio, sempre più occhio, a ciò che si mette online e nei social network. Perché, una volta in più si è capito, in internet e nei social network si è solo, o quasi solo, dei numeri per elaborare strategie commerciali. E manipolare campagne elettorali. Cioè quella che è per i cittadini la possibilità di scegliersi, liberamente, i rappresentanti.




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