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Taranto: falso cieco e usuraio, arrestato 63enne Accuse nei confronti dell'ex dipendente di banca: interessi annui fino al 120 per cento, percepiti in maniera truffaldina circa centomila euro dall'Inps

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Stando all’accusa, ha percepito dall’Inps circa centomila euro perché cieco. Ma non lo era. Deve, dunque, rispondere di truffa. Sempre secondo l’accusa, originata anche da una denuncia risalente all’anno scorso, ha pure prestato soldi a strozzo, con interessi annui fino al 120 per cento, a persone in difficoltà: piccoli imprenditori, ad esempio. Con queste contestazioni è stato arrestato a Taranto, dai militari della Guardia di finanza, un 63enne ex dipendente di banca.

Di seguito un comunicato diffuso dalla Guardia di finanza:

Militari del Nucleo di Polizia Tributaria, su disposizione del G.I.P. del Tribunale di Taranto – Dott. Giuseppe Tommasino, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del 63enne tarantino D.S.G., pensionato ex dipendente di banca. Le indagini, coordinate dalla Dott.ssa Lucia Isceri – P.M. presso la Procura della Repubblica del citato Tribunale, sono partite nel settembre 2016 a seguito della denuncia presentata da una persona usurata. E’ stato accertato che il predetto D.S.G. era riuscito ad elaborare un sofisticato ed efficiente sistema di riscossione per garantirsi il pagamento di prestiti elargiti a tassi usurari fino al 120%. In pratica, si faceva sottoscrivere dagli usurati apposite scritture private che attestavano la ricezione di prestiti garantiti da titoli di credito. Allorquando però le persone usurate non erano in grado di pagare le rate convenute, D.S.G., in virtù dei predetti titoli di credito, agiva per vie legali nei loro confronti, attraverso atti di pignoramento. Tra le vittime figurano persone in stato di bisogno e piccoli imprenditori; tra questi anche il titolare di uno storico esercizio commerciale della città vecchia di Taranto, costretto alla chiusura.
E’ risultato altresì che D.S.G. ha percepito negli anni dall’I.N.P.S., per “cecità assoluta”, complessivi 100 mila euro a titolo di pensione ed indennità. A tal riguardo, i Finanzieri, nel corso dell’attività investigativa nei suoi confronti, attraverso pedinamenti e filmati, sono riusciti ad appurare la completa autonomia dell’indagato nello svolgimento delle ordinarie mansioni di vita quotidiana. Pertanto, a conclusione dell’intero ciclo di indagini, a carico di D.S.G. sono stati ipotizzati i reati di usura, estorsione con minaccia, esercizio abusivo di attività finanziaria e truffa aggravata ai danni di Ente pubblico. Su disposizione del G.I.P. è stato eseguito altresì nei suoi confronti il sequestro preventivo “per equivalente” di beni e disponibilità finanziarie, fino alla concorrenza della suindicata somma di 100 mila euro.




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