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Confcommercio Taranto: imposta sulla pubblicità, Comuni pronti a far scattare gli aumenti? Dopo l'entrata in vigore della legge

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Di seguito un comunicato diffuso da Confcommercio Taranto:

La legge 145 /2018 ha concesso la facoltà alle amministrazioni comunali di aumentare le tariffe dell’imposta sulla pubblicità.
Dunque, una situazione che potrebbe indurre i comuni a voler esercitare tale facoltà portando gli aumenti fino al 50% per superfici che superano il metro quadro.

Confcommercio, facendosi interprete della difficoltà economiche delle imprese, invita i comuni della provincia di Taranto a voler dare un concreto segnale di avvio di un percorso di confronto in merito alla problematica della pressione fiscale locale, partendo da dall’imposta sulla pubblicità in questione ed evitando di esercitare la facoltà concessa ai comuni dalla nuova legge di Bilancio. Ciò è quanto si rappresenta in una nota all’indirizzo dei Sindaci e delle sezioni Tributi dei Comuni della provincia.

Si ricorda tra l’altro che gli aumenti dell’imposta sulla pubblicità e del diritto sulle pubbliche affissioni determinati con delibere comunali a partire dal 2012 devono considerarsi illegittimi, come ha stabilito la risoluzione n 2 DF del Ministero Sviluppo Economico a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 15 del 2018. Pertanto, le amministrazioni si trovano contestualmente nella condizione di dover procedere ai rimborsi delle somme illegittimamente acquisite a titolo di maggiorazione dell’imposta e del diritto per gli anni dal 2013 al 2018.

Insomma, una situazione di scarsa chiarezza poiché le Amministrazioni non hanno ancora preso in esame la modalità e la tempistica di restituzione delle somme percepite erroneamente per sei annualità sino al 2018, anche tempo per farlo sino a 5 anni, e contestualmente a voler procedere celermente con gli aumenti per incamerare risorse per far fronte alla storica difficoltà di bilancio che grava sulle casse comunali. In questa situazione abbastanza confusa a farne le spese potrebbero essere ancora una volta le imprese, spesso trattate come un comodo bancomat.




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