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Taranto, il “Natale in casa Cupiello” di Luigi De Filippo Intervista al nipote di Eduardo. Spettacolo andato in scena all'Orfeo

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Di Eleonora Boccuni:

“Natale in Casa Cupiello”, una commedia di Eduardo De Filippo suddivisa in tre atti, rivisitata e modernizzata nei dialoghi, la quale viene elegantemente illustrata dallo stesso Luigi De Filippo (figlio di Peppino) come << un'idea registica che ha portato ulteriori valori positivi a questa bellissima commedia di mio zio Eduardo. Rappresentare la tradizione è bello, gratificante ed è giusto perché non dobbiamo dimenticare il passato per prepararci al futuro e, dunque, certi classici vanno riproposti in modo originale rimanendo fedeli e rispettando l'idea dell'autore >>.
L’amore e la passione per il teatro, la storia, la cultura e il rispetto per i valori che caratterizzavano la società passata sono racchiusi nello sguardo del Maestro De Filippo, Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, il quale, in merito all’allontanamento dei giovani dal teatro, asserisce che <>.
“L’umorismo è la parte amara della comicità”, una perla di saggezza del Maestro De Filippo, una frase che la si potrebbe definire come, un vero e proprio, aforisma dall’accento napoletano.
L’umorismo inteso, dallo stesso De Filippo, come <>.
Il Maestro De Filippo (Luca Cupiello nella commedia), con estrema gentilezza, si presta a rispondere alle nostre domande facendoci comprendere l’importanza del passato, dei valori, della tradizione e della famiglia, mandando, simbolicamente, un messaggio di speranza per la società coeva.

Sebbene i testi della commedia di suo zio, Eduardo De Filippo, “Natale in Casa Cupiello”, siano stati rivisitati, la tematica inscenata appare alquanto attuale. Lei come la descriverebbe?
“Certo. La descriverei come ha detto lei:attuale, perché i temi che ci sono nella commedia (le difficoltà dei rapporti tra genitori e figli, tra marito e moglie) sono argomenti di grande attualità, perciò il pubblico viene a teatro, si riconosce e si diverte”.

Com’è possibile rispolverare i valori e i sani principi di una volta?
“Credendo in quei principi. Meglio ancora se i genitori ti hanno insegnato ad apprezzare quei valori che c’erano una volta e che, purtroppo, non ci sono più come, per esempio, la famiglia”.

L’unione della famiglia De Filippo è stata sancita nel 1972 quando suo padre e suo zio si sono riappacificati: corretto? Mentre con il capo annuisce dando conferma di quanto domandatogli, fanno seguito, quasi contemporaneamente, due monosillabi consenzienti: “Sì,sì…giusto!”.

Lei ha avuto modo di conoscere Carmelo Bene, attore, artista e poeta salentino; come lo ricorda?
“Un artista molto originale, molto personale col quale ho avuto occasione di trascorrere delle belle serate a cena, qualche volta, discutendo di teatro. Lui amava un certo tipo di teatro e io ne amavo un altro, però ci univano l’amore e la passione per lo spettacolo teatrale”.

Stefania Ventura (nella commedia Concetta, la moglie di Luca Cupiello), cosa significa poter collaborare con un personaggio di cotanta importanza come Luigi De Filippo?
“È un lusso”.

Come descriverebbe la commedia redatta, invece, da Eduardo De Filippo?
“Sublime! Lo stesso Eduardo De Filippo la descriveva come una commedia <>, cioè magica. Ha avuto un’intuizione geniale.
Tutti entrano, sia il pubblico che noi attori, in un’atmosfera molto particolare, veramente magica, da sogno; c’è dramma, c’è comicità, c’è la speranza, c’è veramente tutto, è una commedia universale ed è riuscito, in particolar modo, a comunicare il vero significato e/o messaggio simbolico del presepio”.

La tematica affrontata rimane sempre attuale; com’è possibile che ciò accada?
“La famiglia! È possibile che ciò accada perché i sentimenti umani, le emozioni sono uguali per tutti, in qualsiasi posto del mondo, gli esseri umani, in questo, si eguagliano.
Collocandoli, anche, in diversi contesti storici, noi, esseri umani, saremo questi; perciò la grandezza di un autore di teatro, di un drammaturgo come è stato Eduardo, come Shakespeare, Pirandello e tanti altri europei, si riconosce nel saper mettere su carta questi sentimenti veri e, quindi, sempre attuali”.

Nonostante i giovani si stiano allontanando dai valori e dai sani principi di una volta?
“I giovani che vengono a vedere la commedia, anche per la prima volta, rimangono <> di questa magia, poiché tutti si riconoscono in “Natale a Casa Cupiello>>; cioè, l’essenza dei conflitti, delle amicizie e degli amori che si creano nelle famiglie, nelle comunità, sono uguali per tutti”.

Infine, Massimo Pagano (nella commedia Pasqualino fratello di Luca), l’importanza di poter recitare in una commedia redatta da Eduardo De Filippo.
“È importantissimo perché ti confronti con una scrittura di grandissima tradizione, di grandissimo <>.
Il teatro è un’emozione che si rinnova sempre; non è un Museo o un qualcosa che resta lì, ma si rinnova sera per sera. Luigi De Filippo dice, giustamente, <>, quindi, quando ci chiedono se recitare ogni sera è la stessa cosa, noi rispondiamo che non lo è.
Recitare un testo di Eduardo De Filippo, per noi, è il massimo, è il top. È come recitare un testo di Goldoni, di Shakespeare, Pirandello, ecc..siamo a quei livelli.
Recitare al fianco di Luigi De Filippo, dato che io interpreto Pasqualino, il fratello di Luca, per me è il massimo”.

Luigi De Filippo afferma che “Non è la stessa cosa”, ma, a suo avviso, com’è possibile che una commedia del passato, risulti così terribilmente attuale?
“Lo stesso vale per Shakespeare, un po’ più <> di Eduardo, ma i temi trattati da Shakespeare sono universali: l’amore, la gelosia, l’invidia, la difficoltà dei rapporti è sempre esistita. La gente si riconosce in tutto questo e, chiaramente, poi il tutto ruota attorno alla recitazione – ad altissimi livelli – fatta con molta umiltà, cercando di comprendere quello che, effettivamente, voleva dire l’autore, cercando di avvicinarsi”.

Valori e sani principi: quale messaggio si sente di lasciare ai giovani?
“Questo spettacolo è l’emblema di tutto questo, perché viene messa al centro di tutto la famiglia e, quando la famiglia si disgrega, accade ciò che si sta verificando oggi.
I giovani devono recuperare quella che è la strada da perseguire, il rapporto interpersonale, quindi, guardarsi negli occhi, discutere personalmente, vivere di più, soprattutto all’interno del nucleo famigliare, dato che questo, oggi, spesso viene a mancare”.

Si ringrazia Salvatore Lupo per il servizio fotografico e per le splendide diapositive che, cortesemente, ci ha concesso.
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