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Taranto, truffa alle assicurazioni: tre arrestati. Accusa: falsi incidenti Operazione di polizia stradale e Guardia di finanza, 123 denunciati a piede libero

polizia casello autostrada

Carmine Tortorella, 57 anni. I figli Antonio (35) e Tiziana (28). Arrestati, nell’operazione di polizia e Guardia di finanza, oggi a Taranto. Secondo l’accusa, i tre, con una agenzia orchestravano un giro di falsi incidenti stradali. Truffa alle assicurazioni, la contestazione. Sono 123 i denunciati a piede libero, tra avvocati, medici, automobilisti e altri ancora.

Di seguito il comunicato della Guardia di finanza:

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e la Sezione di Polizia Stradale di Taranto hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del titolare di un’agenzia di disbrigo pratiche di infortunistica stradale con sede a Taranto, e dei suoi due figli, anch’essi operanti nel medesimo settore. Il provvedimento cautelare è stato disposto dal G.I.P. del Tribunale – Dott. Giuseppe TOMMASINO –, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica – Dott.ssa Marina MANNU -. Le indagini congiunte, coordinate dal predetto Magistrato inquirente, hanno consentito di individuare una ben strutturata organizzazione criminale che ha beneficiato di indebiti risarcimenti da 17 compagnie assicuratrici del settore della responsabilità civile automobilistica, le quali sono state danneggiate per complessivi 635 mila euro, in relazione a 39 falsi incidenti stradali. Nel contesto sono indagati ulteriori 123 soggetti, tra i quali figurano medici, avvocati, titolari di centri sanitari di diagnostica e fisioterapia, nonché persone fittiziamente danneggiate da sinistri stradali ed altre reclutate all’occorrenza come falsi testimoni nei conseguenti procedimenti giudiziari civili e penali. La predetta associazione per delinquere, composta da 26 persone delle 126 complessivamente citate, avevano posto in essere una filiera di falsi incidenti stradali. Le suindicate 39 contestazioni per risarcimenti assicurativi erano basate su presupposti di fatto falsi sia completamente (fittizi tamponamenti, ricostruzioni cartolari con guidatori compiacenti e diagnosi mediche false), sia parzialmente (sinistri stradali con falsi feriti e pregresse lesioni personali denunciate come riconducibili all’incidente). Gli introiti dei singoli risarcimenti venivano poi suddivisi per il 50% ai promotori dell’organizzazione delinquenziale e la restante parte per compensare i vari “attori” dell’illecita filiera. I conseguenti accertamenti bancari e patrimoniali eseguiti nei confronti del sodalizio criminale hanno consentito altresì di contestare il reato di riciclaggio nei confronti di 2 persone che hanno “agevolato” l’acquisto da parte del predetto titolare dell’agenzia di una villa del valore di 150 mila euro, attraverso operazioni tali da ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro. In sostanza, i due soggetti, cointestatari di rapporti bancari su cui venivano veicolati i risarcimenti di due falsi incidenti, hanno stipulato successivamente contratti preliminari di compravendita fittizia di immobili con il titolare medesimo, corrispondendo a lui, a titolo di acconto, le somme occorrenti per l’acquisto della citata villa. L’immobile in argomento è stato sottoposto a sequestro preventivo ex art. 321 C.P.P. su disposizione del predetto G.I.P..

(foto: repertorio)

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