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Taranto, all’ingresso del tribunale sequestri ai livelli di un arsenale Più di cento arnesi fra coltelli a serramanico, cesoie, forbici affilate, spranghe, cazzottiere e due pistole

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Di seguito un comunicato diffuso dall’Ordine degli avvocati di Taranto:

Sono più di cento i sequestri penali operati dal personale di sicurezza all’ingresso del tribunale di via Marche a Taranto che da un anno è al lavoro con scanner e metaldetector. Sotto sequestro un vero e proprio arsenale: coltelli a serramanico, cesoie, forbici affilate, spranghe, cazzottiere e perfino due pistole.

Il servizio, affidato agli uomini della Cosmopol di Avellino, è stato attivato il 15 ottobre del 2017 e il bilancio di un anno di attività è eloquente. Sotto allo scanner di sicurezza sono passate 280mila borse e circa 2000 oggetti sono stati trattenuti all’ingresso. «Non sempre scatta la denuncia penale – spiegano gli agenti privati che ogni giorno sorvegliano l’ingresso del palazzo di Giustizia –alcuni oggetti, come ad esempio un paio di forbicette, vengono restituiti quando il cittadino lascia l’edificio ma se ne evita l’introduzione perché se impugnate come armi potrebbero essere pericolosissime».

Tra gli oggetti più insoliti, alcuni trovati anche nelle borse di insospettabili professionisti, chiavi inglesi, tirapugni di acciaio, pugnali, stiletti, tronchesi da giardiniere e perfino un martelletto per i riflessi solitamente utilizzato dai neurologi. «L’altro giorno una donna di nazionalità rumena voleva entrare in tribunale con un coltello da cucina nella borsa.

Quando le abbiamo chiesto come mai lo portasse con sé ci ha rivelato candidamente che aveva necessità di mostrarlo al giudice» raccontano ancora gli agenti. Sono più di cento, invece, i casi in cui si è proceduto al sequestro e alla denuncia penale per porto di armi vietate, soprattutto coltelli, alcuni venuti fuori da borse femminili.

«Il bilancio è preoccupante e conferma se ce ne fosse bisogno, che è stato saggio porre presidi di controllo all’ingresso del palazzo di Giustizia», commenta il presidente dell’Ordine degli avvocati Vincenzo Di Maggio. «Mi domando solamente quale numero di armi sia stato introdotto negli anni passati all’interno del tribunale e quali rischi abbiamo corso tutti: avvocati, magistrati e personale». Il sistema di sorveglianza con scanner e metaldetector è stato introdotto il 15 ottobre 2017 proprio per garantire la massima sicurezza a chi ogni giorno opera all’interno del tribunale. Per gli avvocati c’è un ingresso dedicato con sistema di riconoscimento “Rfid” che abbina un portachiavi elettronico a un codice pin personale.




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