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Via Appia Regina, 20 milioni di euro da spendere Un itinerario fra eccellenze culturali fino a Brindisi ma anche periferie disordinate o lo stato di abbandono dell'area Ilva di Taranto

via appia antica

Di Nino Sangerardi:

L’iniziativa “ Appia Regina Viarum” è stata presentata a Roma il 23 settembre 2015. Ideata e gestita dal Ministero Beni e Attività culturali,da mettere in opera con le Regioni Lazio,Campania,Puglia e Basilicata. Finanziamento? Venti milioni di euro riconducibili al miliardo di euro stanziato dal Governo nazionale per il Piano stralcio cultura e turismo anni 2014-2020.

Il protocollo d’intesa tra Ministero e Regioni sottoscritto a marzo 2016. Successivamente il Cipe,comitato interministeriale programmazione economica, delibera che “gli impegni giuridicamente vincolanti devono essere contratti entro il 31 dicembre 2019, pena la restituzione delle somme”.

Le Giunte regionali interessate stanno ultimando la ratifica dei vari incarti,tra cui lo schema di accordo operativo con il Ministero(approvato dalla Regione Basilicata il 29 gennaio scorso).

A febbraio 2018, nei documenti che è stato possibile consultare, si legge che la creazione del logo del progetto è stata donata da Pietro Porro,la mostra “L’Appia ritrovata. Taranto-Venosa-Benevento” costa 145 mila euro, brochure Cammini Appia euro 32 mila, video promozionale( in istruzione) 25 mila euro,eventi locali di comunicazione e sensibilizzazione euro 160 mila( in gara),redazione del sito internet,dell’App e pagine sui social network euro 60 mila( 20 mila euro per tre anni,appalto da istruire),cooperazione italo-cinese euro 40.944,47.

Il programma economico prevede la seguente spesa annuale : 4 milioni nel 2018,5,5 milioni nel 2019,3 milioni nel 2020 e 6.5 milioni nel 2021. In particolare 15.271.650,00 euro per le opere,di cui 6,9 milioni attribuiti al Ministero e 8,3 alle Regioni; euro 3.333.588,51 di onorario attività tecniche generali, di cui un milione a Ministero e 2,2 mln alle Regioni; piano della conoscenza euro 250 mila in capo al Ministero; per l’informazione euro 664 mila di cui 304 mila al Ministero e 360 mila alle Regioni; euro 250 mila al Ministero e 250 alle Regione inerente il rafforzamento amministrativo.

La progettazione esecutiva e le gare sono a cura del Ministero. Le Regioni,ognuna per il territorio di competenza, responsabili sia dei bandi per i lavori sia della corretta realizzazione. I rappresentanti del Tavolo tecnico progettuale e le Regioni devono trasmettere relazioni semestrali sullo stato di avanzamento al Segretario generale del Ministero.Quest’ultimo ha il compito di verifica e revoca.

Istituito anche l’Hub geo culturale ministeriale le cui principali fonti informative sono le quattro Regioni,Società Magna Grecia,Società Magna Grecia Italiana,Paolo Rumiz & Riccardo Carnovalini,Lorenzo Quilici,Mauro Marzullo.

Obiettivo degli interventi è recuperare e valorizzare l’originario tracciato della Via Appia e i suoi basolati per consentire, attraverso una mobilità turistica lenta, l’accesso e la fruizione del patrimonio culturale—centri storici, monumenti,aree archeologiche—che gravita su di essa. Inoltre, creare una tipologia di turismo che permetta il rilancio dei territori interessati dal passaggio della strada romana.

Il percorso classico è lungo 584 chilometri,comprende 87 Comuni mentre la variante traiana(Benevento-Brindisi) consta di 311 Km. e presenta un’ulteriore variante di 52 Km. che coinvolge Campania e Puglia.

La Via Appia Regina mette in luce eccellenze culturali e paesaggistiche come quella di Terracina sul promontorio di Monte Giarre oppure a Brindisi ma al contempo evidenzia fratture come l’attraversamento nel disordine urbanistico della periferia meridionale di Santa Maria Capua Vetere, lo stato di abbandono dell’area Ilva di Taranto e i tratti sommersi e ancora ignoti di Campania Puglia e Basilicata.

(foto home page: fonte Parco archeologico dell’Appia antica)

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