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Fragagnano: la Passio Christi Freganium Presentata l'ottava edizione

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Di Eleonora Boccuni:

Si è svolta nella Sala Convegni del Palazzo Marchesale di Fragagnano (TA), la conferenza stampa di presentazione della nuova edizione della “Passione Vivente”.
La “Passio Christi Freganium” giunge alla sua VIII edizione e, mediante il contributo spontaneo dei cittadini, delle associazioni e delle varie figure istituzionali (e non), avrà luogo domenica 9 aprile c.a., presso il Centro Storico del loco.
Un evento concepito dall’associazione culturale “Terra Nostra Fragagnano”, una realtà di carattere sociale e culturale operante in differenti progetti culturali che tendono a valorizzare e promuovere il territorio attraverso l’ausilio delle molteplici rievocazioni storiche che caratterizzano il piccolo comune della provincia ionica.
In una location alquanto caratteristica, ha avuto luogo la rassegna stampa atta a descrivere e illustrare i momenti salienti della nuova edizione, la quale sarà contraddistinta da innumerevoli novità che andranno ad affascinare e a coinvolgere un pubblico sempre più numeroso e partecipe a eventi di cotanta importanza.
Pathos, devozione, fede, caparbietà, volontà, unione, complicità e spiritualità divengono dei sinonimi di una manifestazione che asserisce, anche solo con la semplice denominazione dell’evento stesso, l’entità di quanto dianzi menzionato.
Un lavoro interminabile che consta sacrifici, ma, al contempo, gioia e dolori, poiché si amalgamano i momenti felici vissuti tra coloro che partecipano direttamente alla Passione (come gli attori, umili persone del posto che non hanno mai studiato recitazione), i quali si contrappongono alla narrazione di una tragedia storica che tocca, ogniqualvolta, il nostro ego più profondo.
L’associazione che ha concepito l’evento è composta prevalentemente da: Orazio Surgo (presidente), Romina Massaro e Vito Mazza, Salvatore Cavallo, Pasquale De Carolis e Salvatore Bucci (l’organo direttivo).
Nel contesto storico da uno sfondo che fa echeggiare la storicità del tempo, emergono la bontà dell’anima, l’altruismo, il pathos e il rispetto nutrito nei confronti di coloro che coadiuvano e permettono la realizzazione di un simile evento.
A tal proposito, l’emozione ha fatto da cornice a un quadro ove le pennellate disegnavano i volti di una comunità pronta a prendere posto e a partecipare, con gran fervore, a codesti avvenimenti; intravedendo, nello sguardo di chi ascolta, quella sensazione che spinge a essere orgogliosi di appartenere a una cittadina così fervida e appassionata e, ancora, la stessa società che si stringe attorno alle attività che, puntualmente, si susseguono e contraddistinguono il territorio.
Un rapido excursus ha permesso di riprendere l’itinerario seguito sin dal principio, partendo da una quarantina di attori, arrivando all’edizione contemporanea che consta la presenza di oltre 120 attori (complessivi); inoltre, al cospetto di quanto documentato, la rilevanza dei vari interventi che si sono succeduti durante il prosieguo della rassegna che hanno delineato i momenti ai quali si potrà assistere nel corso della “Passio Christi”. Non mancheranno le numerose novità, nuovi costumi, un nuovo attore che impersonerà Gesù Cristo al posto del precedente che lo ha interpretato per ben sei anni consecutivi (Massimo Gianfrancesco), location che evocheranno, in un silenzio religioso che farà da sfondo alla rappresentazione sacra, un sentimento di profonda spiritualità e devozione concepita all’unisono.
La rappresentazione si svolgerà tra le vie del Centro Storico e, nel momento della Via Crucis, alcune candele costeggeranno la carreggiata che, simbolicamente, rappresenterà il viaggio di sofferenza che il Cristo condurrà sino alla sua Crocifissione, al quale seguirà il momento in cui l’Addolorata terrà tra le sue braccia il corpo del Figlio esanime martoriato dalla crudeltà inflittagli dall’uomo. Infine, le note de “l’Adagio” faranno da sottofondo musicale, il quale renderà ancor più toccante e intrinseco di sofferenza l’interminabile calvario del Cristo.
Di seguito, riportiamo in ordine le importanti dichiarazioni che Don Santo (parroco di Fragagnano), l’avv. Rosanna Mingolla e Romina Massaro ci hanno, gentilmente, rilasciato.
La devozione è un elemento indispensabile in un evento di cotanta importanza, ma,in questo contesto, come si possono intravedere il simbolismo e la Provvidenza Divina?
“Il fatto che si rappresenti qualcosa di simbolicamente importante come la <>, ci deve portare, inesorabilmente, a una consapevolezza maggiore di ciò che siamo e la portata della nostra presenza nella società come cristiani.
Ne sono un esempio i grandi attori che hanno impersonato la figura di Gesù in diversi servizi cinematografici; difatti,loro hanno acquisito maggiore consapevolezza di ciò che avevano fatto entrando, anche, in un percorso di studio teologico.
Personalmente, ho avuto la fortuna di constatare quanto appena affermato, poiché si parte dall’interpretazione – simbolicamente importante – la quale ha comportato, per taluni attori, il fatto di prodigarsi nell’approfondire questo aspetto che, successivamente, deve tradursi in vita cristiana seria”.

Lei crede che la spiritualità e la Fede, ultimamente, si siano perse un po’ di vista?
“Non credo che si siano perse di vista. C’è una maggiore difficoltà nel prenderle in considerazione e credo che tali eventi, come anche quelli celebrati durante la Settimana Santa e/o situazioni particolari dell’Anno Liturgico, possano servire, fortemente,a dare degli input in una società ove il sacro viene sovente messo da parte”.

Dott.Ssa Mingolla, durante il suo intervento, lei ha fatto un parallelismo tra i due comuni tarantini: San Giorgio Jonico (il paese ove risiede) e Fragagnano. Lei come descriverebbe questo evento giunto all’VIII edizione, mediante il contributo e la volontà dei cittadini e, anche, dell’amministrazione comunale (indispensabile per il patrocinio)?
“Noi <> movimento per il territorio e la vita – un’associazione che esiste, ormai, da 37 anni, non ha mai chiesto il patrocinio, bensì solo la collaborazione di altre associazioni e, poi, anche degli stessi destinatari. Il senso della partecipazione deve far sviluppare il senso di appartenenza al territorio; dunque, il fatto di pensare al Comune non come amministrazione o istituzione, ma come parte sostanziale del territorio.
Noi, in modo particolare – senza disdegnare la presenza delle istituzioni qualora ritenessero di partecipare a una qualsiasi manifestazione – non abbiamo mai chiesto sostegni economici o partecipazione alcuna nelle nostre attività.
Per quanto concerne l’analogia, ove sussistono delle associazioni di volontariato appare chiaro trovare un unto d’incontro, perché l’elemento solidaristico accomuna tutti noi. Parlare con un’associazione ‘no profit’ significa parlare con persone che già si conoscono, sia nel modus operandi che in quella che rappresenta la propria mission.
Per questo riusciamo a realizzare queste attività, come “Tra Vini e Tradizioni” che rappresenta un percorso di collegamento di tutto il territorio e, in particolare, nel 2017 lo avremo in termini regionali e, quindi, riconosceremo i nostri prodotti, faremo conoscere il nostro territorio e, al contempo, unisce tanti valori assieme.
Nell’ambito della Regione, ogni paese può esprimere un collegamento straordinario, sotto il punto di vista valoriale, facendo rete, affinché questo aspetto si rafforzi attraverso la collaborazione”.

Attualmente, i valori e i sani principi, quanto sono importanti data la rarità con la quale si riscontrano?
“Parliamo di valori, quindi, un’accezione espressa in termine plurale. Le nostre tradizioni non sono, soltanto, la conoscenza dei nostri prodotti, ma, anche, dell’anima o il modo con cui i nostri hanno creato con la terra, l’amore per l’ambiente e, di conseguenza, quando si ama tutto questo, si amano le persone e, in questo modo, si raggiunge un obiettivo molto importante. Non è semplice, ma è un percorso da intraprendere, anche per riconoscere la propria identità, poiché identificarsi in un’entità comune può aiutare a evitare conflitti o situazioni che non portano una forma di serenità, soprattutto, per i nostri ragazzi che, adesso, si affacciano nella realtà sociale”.

L’Associazione “Terra Nostra Fragagnano” ha concepito la “Passio Christi” otto anni fa; è stato alquanto complicato poterla realizzare?
“L’idea è nata da me e mio marito (Presidente dell’Associazione) in maniera molto semplice, partendo da un gruppo piccolino composto da 40 personaggi tra attori e figuranti, al fine di interpretare la rievocazione della Passione, arrivando, con il tempo, a oltre 120 attori.
Essenziale l’aiuto dei fragagnanesi sempre partecipi, collaborativi, anche con piccole offerte donateci negli ultimi ¾ anni che ci hanno permesso di acquistare del materiale indispensabile per la realizzazione dell’evento in questione. Senza dimenticare il supporto di tanta gente che ci aiuta gratuitamente, solo per devozione”.

Ci vuole annunciare qualche novità?
“Quest’anno avremo l’abito della moglie di Caifa che sarà fedele all’originale in Anno Domini. Ciò che affascina sempre è l’incontro di Maria con il Figlio, una scena straordinaria e toccante. La flagellazione, suggestiva poiché sarà interpretata interamente in latino; il rinnegamento di Pietro; l’impiccagione di Giuda (non è affatto semplice ottenere una scena così toccante); i discepoli; la sfavillante corte di Erode e tanto altro.
Mentre, la location si diversificherà a seconda delle scene; si partirà dalla Chiesa Madre, poi, si giungerà nel Centro Storico e, infine, arriveremo al monte Santa Sofia”.

Fede, devozione, spiritualità, unione, caparbietà e volontà: lei se la sentirebbe di aggiungere altro?
“No, c’è tutto quello che volevamo. Anche un percorso di evangelizzazione riscontrato in alcuni ragazzi che non erano a conoscenza di taluni passaggi vissuti negli ultimi momenti di vita di Gesù.
Inoltre, la (ri)scoperta dei valori, perché il paese, attraverso la rievocazione storica, prende vita, oltre che il cuore delle persone che ci seguono costantemente e con devozione.
Infine, la promozione del territorio, non solo con la “Passio Christi”, ma, anche, con i cortei che svolgiamo a giugno e che riprendono il periodo medievale con un’altra associazione, oltre al transito di Sant’Antonio”.

(foto: fonte Salvatore Lupo)

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