Ieri il Consiglio di Stato ha stabilito che la Corte costituzionale deve decidere sulla legittimità del decreto. Quello per il quale le più importanti banche popolari italiane devono trasformarsi in società per azioni. In discussione c’è il carattere di urgenza che (articolo 77 della Costituzione) riguarda i decreti. Qualora la Consulta debba stabilire che il decreto sia in violazione della Costituzione, la banca popolare di Bari sarebbe di nuovo in regola senza avere fatto nulla. Infatti l’istituto pugliese è uno dei due che ancora non hanno operato la trasformazione in spa. Assemblea prevista l’11 dicembre e rimandata al 27. Chissà se, a questo punto, necessaria.
Tuttavia la banca popolare del Bari è al centro di polemiche, con un’aperta contestazione da parte dei piccoli azionisti (qualche settimana fa, al grido di “ladri, ladri” nei confronti della dirigenza, sotto la sede della banca) che hanno paura di avere perso i loro soldi, per le manovre della banca. E ieri, nella sede BpB si è presentata la Guardia di finanza: nessun indagato ma un’indagine c’è, per presunta violazione degli obblighi in materia di comunicazioni agli istituti pubblici di vigilanza bancaria. Banca popolare di Bari, al riguardo, diffonde una nota in cui ribadisce la correttezza dell’operato e auspica una celere conclusione dell’indagine.
