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Gallipoli: altri cinque lidi devono smontare Il Comune revoca le autorizzazioni

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Continua la chiusura dei lidi gallipolini. Dopo il Samsara e lo Zen, è la volta di cinque stabilimenti a cui il Comune di Gallipoli ha revocato l’autorizzazione al termine della ricognizione sulla regolarità degli incartamenti. Così il Lido Punta della Suina, il lido Rivabella, il lido La Bussola Lido, il lido Spiaggia Club e il lido Zeus-Mare Azzurro dovranno smontare le strutture a causa di alcune sentenze del Consiglio di Stato già pronunciate nel 2012 ma non applicate dall’amministrazione gallipolina.

Tutte le sentenze ribaltano le opposizioni accolte dal Tar nel 2011 a cui si erano rivolti i gestori dei lidi per evitare di smontare le strutture durante il periodo invernale. Solo in un caso la sentenza del Consiglio di Stato è arrivata nel 2017 per il lido Zeus.

Severo il commento di Flavio Fasano, capogruppo di Gallipoli futura: “Sconcerta non poco prendere atto di come, fin dal settembre 2012, la Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici per la struttura balneare di Punta della Suina aveva espresso parere contrario con la seguente motivazione: le strutture balneari in esame per dimensioni contrastano con l’ambito paesistico caratterizzato dalla presenza di dune e vegetazione autoctona così in sentenza  emessa il 7 settembre 2012 dal Consiglio di Stato e che tale sentenza aveva confermato in pieno tale statuizione con la evidente conseguenza di una immediata rimozione della struttura balneare ove presente sul territorio, come oggi, a distanza di ben sei anni, riporta l’odierna determinazione”.

“Non possiamo -continua- sottacere la gravità di questa sospetta dimenticanza soprattutto se proprio in quel 2012, a Gallipoli, si tennero le elezioni amministrative comunali che videro contrapposti al ballottaggio del 21 maggio Francesco Errico e Salvatore Di Mattina, quest’ultimo interessato proprio alla gestione di Punta della Suina. Mi chiedo quanto ancora Gallipoli dovrà sopportare in termini di omissioni, abusi, interessi privati. Dire che tutto questo che qui si denuncia è l’esatto contrario della trasparenza, legalità, efficienza, buon andamento, tutela e rispetto dei diritti di tutti è davvero superfluo. Dopo sei anni si dà attuazione ad una sentenza del Consiglio di Stato in materia di tutela ambientale. Semplicemente assurdo e inaudito”. (leccesette.it)




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