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Martina Franca: ufficio del giudice di pace, i dipendenti distaccati dal Comune rimandano indietro le accuse E spunta un documento che rende ancora più paradossale la situazione: richiesta di permesso per partecipare al corso di aggiornamento, autorizzazione dopo due settimane. Quando non serviva più

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I dipendenti distaccati dal Comune di Martina Franca all’ufficio del giudice di pace non ci stanno. Né a farsi dare degli incompetenti né, soprattutto, dei fannulloni. Il presidente del tribunale di Taranto, con una lettera al ministro della Giustizia (missiva finalizzata a far chiudere l’ufficio) li indica anche come persone che si rifiutano di accendere i computer, sul posto di lavoro. E loro scrivono, in risposta, di stravolgimento della realtà. Non si terranno le affermazioni nei loro confronti. Ricordano, ad esempio, che i computer non sono mica dotazioni di ufficio. Sono stati donati, come la fotocopiatrice, dagli avvocati. Siamo a questo livello. Venga a vedere, il presidente del tribunale di Taranto, come si lavora, perché qui non si è mai visto. Venga, prima di dare giudizi.
In quanto all’assessore comunale che li richiamava a fare il loro lavoro, ciò per cui sono pagati, viene detto qualcosa di analogo: bisogna parlarsi di più per dare una soluzione al problema.

Poi spunta un documento, nella ricostruzione dal punto di vista di quei quattro dipendenti: un documento riguardante il corso di aggiornamento per poter svolgere le pratiche giudiziarie in forma telematica. Preannunciato al sindaco il 25 gennaio, che a febbraio ci sarebbero state le cinque sedute del corso a Taranto, il 31 gennaio la formalizzazione della richiesta di permessi per le date dell’8, del 12, del 15, del 19 e del 22 febbraio. Prima lezione del corso di aggiornamento, dunque, l’8 febbraio. Richiesta avanzata  il 31 gennaio, dalle due dipendenti chiamate a svolgere il corso. Permesso concesso il 14 febbraio. Due settimane per rispondere ad una lettera che è andata da un piano all’altro dello stesso palazzo. Insomma, quale sia il vero paradosso di questa storia paradossale, è dura da capire.

Riassunto: il tribunale vuole chiudere l’ufficio decentrato da 1500 sentenze annue; il Comune di Martina Franca nella sua struttura politica prova a tenere in piedi l’ufficio ma nella struttura burocratica gli ha creato un gran problema, con la storia dei permessi per il corso di aggiornamento; i dipendenti trattati con durezza dal presidente del tribunale di Taranto rispediscono indietro le accuse. Ma una bella conferenza di servizi per venire a capo di questo assurdo problema, no?

Di seguito il comunicato diffuso da Paolo D’Arcangelo per gli avvocati di Martina Franca:

Ci risiamo. Vogliono chiudere l’Ufficio del Giudice di Pace di Martina Franca.

A causa della inefficienza della burocrazia del Comune l’Ufficio del Giudice di Pace di Martina Franca sta per essere chiuso.

Il presidente del Tribunale di Taranto ha avviato il procedimento per la chiusura dell’unico presidio di giustizia sopravvissuto a Martina Franca dopo che gli uffici comunali hanno omesso di autorizzare, in tempo utile, il personale distaccato presso il Giudice di Pace a frequentare a Taranto un obbligatorio corso di formazione.

Eppure, nel bilancio comunale è stato previsto anche per il 2018 l’ impegno di spesa per il funzionamento d’ufficio.

Salva la buona fede della politica, resta l’incapacità della dirigenza a gestire finanche l’ordinaria amministrazione.

A pagare è un’intera città perché la soppressione dell’ufficio del Giudice di Pace di Martina Franca avrà come unica conseguenza una richiesta di giustizia solo per chi se lo potrà permettere.

Circa 1500 cause all’anno, 15000 accessi tra avvocati, loro parti assistite, consulenti, testimoni, cittadini che a vario titolo quotidianamente chiedono tutela per avere ragione dei loro diritti nelle materie di competenza del Giudice di Pace (sinistri stradali, condominio, immissioni nocive, ecc. oltre che per reati di microcriminalità): questi sono i numeri di un settore che è anche volano di sviluppo dell’economia martinese e che oggi rischia di venire cancellato.

Il personale da formare era pronto, aveva già fatto richiesta al Segretario Generale di essere autorizzato a recarsi a Taranto con richiesta protocollata fin dal 31 gennaio 2018, ma la segreteria generale del Comune ha omesso di dare celere e urgente seguito alla richiesta. E’ l’ennesimo inadempimento di una burocrazia pronta e celere solo a richiedere pagamenti di tasse e imposte comunali, ma inefficiente quando si tratta di garantire i servizi primari, in questo caso il Servizio Giustizia.

L’avvocatura martinese è pronta a scendere in campo in difesa dei propri concittadini con azioni di protesta civile ma decisa presso la presidenza del Tribunale di Taranto.

Questa volta, ancora una volta, si gioca una causa decisiva per la tutela e la salvaguardia di una parte essenziale della storia culturale e del futuro sociale ed economico di Martina Franca.

(foto home page: repertorio, non strettamente connessa alla notizia)

 

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