Quelle porte sono a livelli di zona di guerra, tenute su in quel modo.
La scritta “porta pericolante non toccare” è la ciliegina sulla torta.
Poi ci sono i secchi per contenere l’acqua che si infiltra dal soffitto. Poi c’è quel nastro bicolore che è emblematico di situazioni di rischio.
Si tratta di un corridoio scolastico, quello del plesso di via Dante a Taranto. Al terzo piano c’è il liceo, ai piani inferiori l’istituto comprensivo.
Insomma, dai tre anni alla maggiore età, la gamma degli allievi è la più ampia. Devono andare a scuola in quelle condizioni, loro con gli insegnanti e gli ausiliari. Chiunque sia il responsabile di ciò, faccia quello che sa benissimo di dover fare.
Viene spiegato che sono in corso lavori (attesi da anni) per il rifacimento del bagno al piano terra, poi si risalita verso i piani superiori. Ma quelle centinaia di minorenni vanno a scuola anche oggi e domani e via discorrendo, fino al termine dei lavori si resta così?
Inoltre: tracce di infiltrazioni d’acqua, considerevoli, e il pavimento della palestra in qualche punto è proprio bagnato.
All’ingresso, causa botti di capodanno, distrutto il vetro sovrastante il portone. È andato in tilt pure l’impianto elettrico a servizio dell’apertura. Dal Comune, a metà mese, nessuno ha ancora dato disposizione di mettere a posto la situazione. Usciti da scuola, infine, basta girare l’angolo e trovare sul marciapiede materassi e altri rifiuti ammassati. I professori ce la mettono tutta per l’attività didattica ma il resto, che compete ad altri, dov’è?
