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Tribunale di Taranto, fra interruzione idrica e bagni sporchi “altro intollerabile episodio di degrado” La denuncia di Cittadinanzattiva

tribunale taranto

Di seguito un comunicato diffuso dai responsabili di Cittadinanzattiva-Taranto:

Ennesimo ed intollerabile episodio di degrado verificatosi nel Palazzo di Giustizia di Taranto. Come noto, giorno 11 u.s., gli operatori del servizio giustizia e gli utenti del medesimo, hanno dovuto prendere atto dell’ennesima interruzione di erogazione idrica all’interno del Tribunale di Via Marche, con il conseguente, drammatico, mancato funzionamento dei servizi igienici (già, peraltro, alquanto fatiscenti), oltreché del mancato funzionamento delle apparecchiature di riscaldamento in molti locali, avvenimenti, questi, che hanno costretto il personale di alcune Cancellerie ad abbandonare gli Uffici prima dello spirare del termine dell’orario di lavoro, con le gravi conseguenze per l’utenza ed i conseguenziali rallentamenti delle attività.

La gravità dell’accaduto ci induce ad alcune riflessioni, e tanto, sia come utenti del servizio giustizia e come operatori del medesimo, ma anche come rappresentanti di Cittadinanzattiva, Movimento di partecipazione civica che opera per la tutela dei diritti umani, per la promozione e l’esercizio dei diritti sociali, oltreché, più in generale, per la tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti, a salvaguardia dell’ambiente, del territorio, della salute e della sicurezza individuale e collettiva.

In tale ottica e nel pieno rispetto della mission che perseguiamo, intendiamo condividere le legittime rivendicazioni dei lavoratori e di tutti gli operatori del servizio, costretti a lavorare in ambienti poco rispettosi della loro dignità e delle loro funzioni.

Cittadinanzattiva intende portare all’attenzione delle Istituzioni, soprattutto, i disagi dei cittadini che, a diverso titolo e funzione, accedono in un Tribunale. Non vi è da sottacere che laddove un’aula di Giustizia è poco confortevole ed accogliente e gli ambienti di lavoro creano sofferenze e disagi agli operatori, dilaga l’indignazione, incrinandosi in tal modo il rapporto di fiducia tra cittadino e pubblica amministrazione.

In verità, alcuni servizi sono stati tempestivamente ripristinati, ma è del tutto intollerabile che si debba continuare a porre rimedio alle emergenze, senza mai risolvere i problemi definitivamente.

È da tempo che Cittadinanzattiva si interessa e denuncia le problematiche che affliggono i Tribunali in Italia e, tra questi, anche il Palazzo di Giustizia di Taranto, tanto da aver effettuato anche degli Audit per conto del Dipartimento della Funzione Pubblica, non solo segnalando, nei vari report, le criticità riscontrate ma anche avanzando proposte concrete per il miglioramento del servizio.

Per i fatti accaduti in questi giorni, in particolare, gli aderenti di Cittadinanzattiva hanno svolto una ricognizione dello stato dei luoghi, verificando anche la presenza di gravi problemi strutturali dell’edificio che sono sotto gli occhi di tutti. Si fa riferimento, ad esempio, ai sempre più consistenti fenomeni di umidità ed alle evidenti lesioni che, interessano gravemente molti ambienti del Tribunale. Per non parlare una stanza al primo piano, adibita a “Camera di Consiglio” che viene ancora regolarmente utilizzata nonostante all’ingresso vi sia apposto un cartello di “pericolo” per “caduta calcinacci”, laddove l’intonaco di una parete interna è in totale stato di degrado, se non pericolante! Ci si chiede come si possano svolgere attività di qualsiasi tipo in tali situazioni!

Quelli citati non sono che alcuni dei tanti esempi di degrado che interessano il Tribunale di Taranto, ai quali si aggiungono altre criticità ataviche, come il pessimo funzionamento degli ascensori – da sempre difettosi, con i disagi che è facile intuire, in specie, per i portatori di handicap – ed ancor di più, dell’impianto di condizionamento che non ha ma funzionato correttamente.

Alle segnalate carenze strutturali, fanno eco quelle relative all’organizzazione degli Uffici della Volontaria Giurisdizione, che, nonostante l’abnegazione e gli sforzi posti in essere dal personale, non riescono ad evadere in tempi ragionevoli la enorme mole di pratiche richieste dell’utenza e, sono sotto gli occhi di tutti, le interminabili e quotidiane file di utenti e di avvocati in locali dove si gela d’inverno e ci si sente male per il caldo d’estate, e dove spesso si è costretti a stare in piedi per ore, data la cronica assenza di posti a sedere! E se ciò costituisce un disagio per tutti, immaginiamo come possa esserlo per soggetti anziani e/o portatori di handicap, dei quali viene ad essere lesa anche la dignità.

A tutto ciò si aggiunga la presenza dei materiali della più svariata natura, rifiuti speciali (sedie rotte, scrivanie non più funzionanti, materiali elettrici ed elettronici in disuso) che per mesi e mesi rimangono accantonati, sotto gli occhi di tutti, in stato di totale abbandono, senza che sia attivato con tempestività un efficace servizio di smaltimento, in ossequio alle leggi in vigore. Questo appare mortificante per il contribuente del Servizio Giustizia che, al pari di altri pubblici Servizi (vedi Sanità e Scuola) vorrebbe avere contezza del denaro versato per mantenere tali servizi. Una beffa ulteriore, se tutto questo accade nel Palazzo ove si eroga Giustizia.

Ma l’aspetto più vergognoso quanto umiliante di per sé, è dato dallo stato, estremamente precario ed ai limiti della decenza, in cui versano i bagni pubblici nel palazzo di via Marche. I bagni fruibili dai cittadini sono soltanto due, siti al primo piano, che, oltre ad essere quasi in stato di abbandono e scarsamente igienizzati, spesso sono inagibili a causa delle frequenti rotture degli impianti e dell’assenza d’acqua.

L’aspetto tragico di questa vicenda è che tali carenze non sono occulte, ma, al contrario, sotto gli occhi di tutti, essendo diventate una sorta di tragica “abitudine”, di cui ci si ricorda solo quando scatta l’emergenza come, appunto, è accaduto in questi giorni.

Al di là dei semplici allarmismi, che non appartengono al nostro Movimento, è forse giunto il momento in cui anche i cittadini, oltre che gli operatori giudiziari, si riapproprino del “bene comune”, in nome di quell’interesse generale costituzionalmente garantito che rende responsabili e protagonisti i cittadini nella organizzazione dei servizi pubblici collaborando con i soggetti decisori. Vanno facilitati concretamente i percorsi di democrazia diretta della cittadinanza, che efficacemente può contribuire al miglioramento di servizi che, come quello Giustizia, non sono solo appannaggio di Giudici o Avvocati, ma di tutti i cittadini che di quel servizio usufruiscono

Cittadinanzattiva si farà carico di rivolgere alle Istituzioni e, in particolare al competente Ministro, le dovute richieste di rimozione delle situazioni di degrado e pericolo, coinvolgendo gli organi di stampa ed i mass media a fornire le dovute e corrette informazioni dei processi di miglioramento del sistema. A noi cittadini il compiuto di non abbassare mai la guardia e di partecipare attivamente al fianco dei soggetti istituzionalmente preposti alla cura dei servizi di cui sopra, mettendo in campo – ove occorra – tutte le azioni e le politiche – sociali e giudiziarie – e vigilando attivamente in difesa dei diritti delle persone, affinché la dignità di ognuno non venga calpestata.




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