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Ospedale della Murgia, il contenzioso finirà al Consiglio di Stato Fra l'Arciconfraternita Pio Sodalizio SS. Rosario di Altamura e l’Asl Bari. In ballo un esproprio da 128mila metri quadrati

ospedale della murgia

Di Nino Sangerardi:

Deciderà in ultima istanza,forse, il Consiglio di Stato. In merito alla lite che vede protagonisti l’Arciconfraternita Pio Sodalizio SS. Rosario di Altamura e l’Asl di Bari e provincia. Oggetto del contenzioso le modalità di esproprio dell’area,proprietà della Confraternita, su cui è stato costruito il nosocomio murgiano.

Pochi giorni fa i vertici dell’Azienda sanitaria hanno dato mandato all’avvocato interno Gaetano Caputo di costituirsi innanzi ai giudici del Consiglio di Stato,visto il ricorso presentato dai legali per conto dell’Arciconfraternita. Quest’ultima ha impugnato la sentenza del Tar Puglia che ha rigettato la sua domanda di risarcimento.

La vicenda nasce il 13 settembre 2002 allorchè il Comune di Altamura decreta l’esproprio dei 128 mila metri quadri che si trovano tra Altamura e Gravina.

Atto di occupazione del suolo che, secondo l’Arciconfraternita, viene siglato oltre il termine fissato al 30 giugno 2002. I giudici della Corte di Appello di Bari nel 2004 si pronunciano sull’indennità di occupazione illegittima. Dispositivo riformato dalla Corte di Cassazione a fine 2010 che rinvia la causa in Corte di Appello per la rideterminazione “… dell’indennità di occupazione d’urgenza”.

Il 28 febbraio 2011 l’Arciconfraternita chiede al Tribunale la restituzione delle aree oppure equo ristoro. Motivo? Il decreto di sottrazione dei terreni,emesso tardivamente,deve essere considerato inesistente. Di conseguenza si avrebbe il carattere “ sine titulo” dell’occupazione e quindi il diritto alla restituzione del bene.

Al fine della quantificazione del danno l’Arciconfraternita pone la cifra di 10,33 euro a metro quadro quale valore venale, da cui risulta l’importo complessivo è pari a 1.330.390,37 euro.

Nel mezzo di aprile 2013 si stipula il protocollo di transazione tra Asl Bari e Pio Sodalizio SS. Rosario fissata in 872.308,36 euro. Dopo il versamento della prima rata l’Asl non avrebbe pagato la differenza della somma : 350.000,00 euro.

Pertanto l’Arciconfraternita fa richiesta al Giudice di decreto ingiuntivo nei confronti dell’Asl barese. Domanda accolta.

Con sentenza del 2016 il Tribunale di Bari revoca il decreto ingiuntivo “ ottenuto per somma non versata da Asl Ba sul presupposto dell’inefficacia della transazione intercorsa tra le parti”.

Alla Confraternita non resta che ricorrere al Tar Puglia. Qui il 25 febbraio scorso si costituisce l’Asl che nega la propria colpa nella dilazione del provvedimento di esproprio, e “… rileva che l’Arciconfraternita ha perso,non solo, il possesso dei beni ma anche la proprietà dal giorno 17 novembre 2002,ossia subito dopo la notifica del decreto di esproprio e che il valore dei suoli stimato nel documento di transazione era pari a 5,60 euro a metro quadro ”.

E i giudici del Tar Puglia, terza sezione, che dicono?

Sentenziano che il ricorso promosso dall’Arciconfraternita, tramite gli avvocati Nicola De Trizio e Giuseppe Walter De Trizio e Nicola Preite, è “ infondato e dunque viene respinto”.

Immotivato per quale ragione? Ecco : “ Non essendo stata esperita(da parte dell’Arciconfraternita,ndr) la tutela impugnatoria,la legittimità dell’atto di esproprio risulta insindacabile e quindi indimostrata l’antigiuridicità della condotta(da parte dell’Asl,ndr).

Viene in definitiva a mancare l’illegittimità del comportamento dell’Asl, requisito necessario perché possa configurarsi una sua responsabilità,con la conseguente infondatezza della pretesa risarcitoria avanzata dall’Arciconfraternita nel ricorso”.

Aspettando il verdetto dei Giudici.




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