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Presidente dell’Ordine dei medici di Taranto: decreto salva Ilva per gli interessi dell’azienda, non per la salute Parlamentare: il decreto "supera ogni piur ampia immaginazione in termini di decisioni folli"

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Il decreto salva Ilva, l’ultimo della serie, è con ogni probabilità il più contestato. Sia perché rinvia il termine in tema di adeguamento ai fini dell’autorizzazione integrata ambientale, sia perché complessivamente, secondo chi contesta la decisione governativa, è troppo favorevole all’impresa anche in caso di vicende rilevanti ai fini giudiziari. Duro ora il commento del presidente dell’Ordine dei medici di Taranto, Cosimo Nume, il quale prende anche a riferimento i dati sulle insorgenze tumorali: quel decreto è salva Ilva ma è solo salva Ilva, ovvero è attento agli interessi dell’azienda ma non alle fondamentali questioni della tutela dell’ambiente e, nello specifico, della salute.

Di seguito un comunicato diffuso dal deputato Gianfranco Chiarelli:

Il decimo decreto Ilva supera ogni pur ampia immaginazione in termini di decisioni folli, e ogni limite di umana sopportazione. E’ ormai chiaro che il governo Renzi, a quattro anni dall’inizio della vicenda giudiziaria, e dopo i primi 9 decreti, il commissariamento e l’amministrazione straordinaria, non abbia alcuna idea di come risolvere la questione e continui solo  a prendere tempo. Tempo che si traduce in una ormai irreversibile perdita di commesse da parte dell’acciaieria tarantina, crescita esponenziale del debito, gravi rischi per la occupazione, e situazione ambientale immutata ( se non appena variata in funzione della notevole riduzione di produzione!). In un sol colpo con il decreto 98/2016, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, si allungano ormai a dismisura i tempi per la realizzazione dell’AIA (che pare debba cambiare ancora) e si estende la immunità penale e amministrativa, finora garantita ai commissari, ai nuovi acquirenti/affittuari. Qualcosa che stravolge ogni regola del diritto e penalizza il territorio, i cittadini e le imprese dell’appalto, sempre più prossime al fallimento. Auspico a questo punto che vi sia un sussulto di orgoglio da parte di tutti e che  in fase di conversione del decreto, tutte le rappresentanze del territorio si oppongano a questo ulteriore schiaffo alla città e alla sua provincia. Certamente da parte mia ci sarà una opposizione senza se e senza ma ad un provvedimento che firma la condanna a morte per il nostro territorio.

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