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Omicidio Pignatale: le perplessità e la rabbia per D’Aggiano in libertà L'ingegnere di Taranto sgozzato a Faggiano da un condannato per tentato omicidio con le stesse modalità

cataldo pignatale

La perplessità è sorta subito, ieri mattina. Quando era stato detto, in sede di conferenza stampa nella sede del comando provinciale dei carabinieri a Taranto, che Cosimo D’Aggiano era in affidamento ai servizi sociali. In quel modo, stava scontando l’ultimo periodo della pena inflittagli per il tentato omicidio di una prostituta nigeriana, vicenda risalente al febbraio 2009. Cosimo D’Aggiano, con un precedente del genere, con le stesse modalità, stavolta ha ucciso. Ha ammesso l’omicidio di Cataldo Pignatale, 43 anni, ingegnere fotovoltaico che, stando alla ricostruzione del fatto e alle stesse ammissioni dell’assassino, ha avuto il torto di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato: sotto casa sua, per parcheggiare la macchina. Si è imbattuto in Cosimo D’Aggiano, cocainomane, in cerca di soldi per la droga, che lo ha sequestrato, fatto salire in macchina, portato altrove. Poi una lite e poi l’assassinio. Ma Cosimo D’Aggiano, ancora in periodo di condanna per un precedente specifico, cosa ci facesse in stato di libertà, e per decisione di chi, è adesso un interrogativo che pesa come un macigno. I social network in queste ore ospitano anche la rabbia degli amici della vittima. Una rabbia anche irriferibile nei toni, per certi versi. Però la perplessità, se non la rabbia, c’è e la vicenda andrà approfondita e se ci sono responsabilità, vanno perseguite. Chiunque riguardino.

(foto: Cataldo Pignatale, fonte plus.google.com)




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