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Movimento 5 stelle, i partiti “associazioni private”. E la composizione delle liste M5S come si fa? A Lecce il confronto ha portato al varo della lista, a Taranto il caos e a Martina Franca un meetup ha rifiutato il confronto con tutti gli altri. E magari si fa pure certificare la lista

elezioni urna

Alessandro Di Battista, uno dei principali esponenti del movimento 5 stelle, ieri a Palermo. Ha parlato, a un certo punto, con un tono più o meno schifato, dei partiti come di “associazioni private” in cui si fanno ragionamenti all’insegna della spartizione.

Elezioni comunali 2017: alcuni casi pugliesi relativi al movimento 5 stelle.

Lecce: nel capoluogo salentino, M5S ha una lista che, con le altre, parteciperà alla consultazione per la scelta del nuovo sindaco e del nuovo consiglio comunale. Si è arrivati alle candidature M5S grazie a un confronto fra i vari meetup che hanno scelto, insieme, il candidato sindaco e le persone da mettere in lista.

Taranto: tre associazioni private, i meetup appunto, non hanno saputo mettersi d’accordo. Sono state presentate addirittura tre liste, con tre candidati alla carica di sindaco, e fra esse dovranno scegliere i vertici del movimento 5 stelle, probabilmente senza neppure sapere di chi o di cosa si parli. Nel principale Comune della provincia tarantina, Martina Franca, c’è poi il caso forse più ingarbugliato della regione. Si è fatto un percorso di questo genere: meetup in nettissimo contrasto fra loro, numerosi simpatizzanti M5S neutrali rispetto alla contesa. Un meetup non ha dato luogo al benché minimo confronto con gli altri e, tirando per la sua strada, ha presentato la sua lista arrivando a metterci venti persone (neanche le potenzialità massime di 24, nonostante le telefonate a go-go a destra e manca per completare l’elenco) e magari se la fa certificare pure. E chi ha chiesto il confronto per parlare dei programmi, i programmi per la comunità e non i destini personali, chi ha chiesto di rendere pubblica la consultazione per fare una lista elettorale al termine di un percorso programmatico e popolare, è servito.
Questo modo di comportarsi, cos’ha di diverso da ciò che è stato descritto, con tono schifato, da Alessandro Dibattista?
Ovvero: il meccanismo dei meetup è quello di organizzazioni private, talvolta o spesso. E la scelta di vertice rischia di essere compiuta senza sapere i reali accadimenti alla base, quando manca il confronto. Rischia, in ultima analisi, di incorporare “associazioni private”, quelle schifate da Dibattista.

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