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Qualità della vita, Taranto è in posizione 105: Chiarelli, e dovremmo essere soddisfatti? Labriola: dal nuovo governo auspichiamo discontinuità

LIsola Città Vecchia di Taranto

Di seguito un comunicato diffuso dal deputato Gianfranco Chiarelli. A seguire, un comunicato diffuso dalla deputata Vincenza Labriola:

“Dobbiamo essere soddisfatti? Nel rapporto del Sole 24 Ore sulla qualità della vita la provincia di Taranto è collocata nella classifica del 2016 al 105imo posto, risalendo di due posizioni rispetto alla collocazione del 2015. Sotto di noi ci sono solo Vibo Valenzia, Reggio Calabria, Caserta, Napoli e Crotone. Con un l’indice di ecosistema urbano di Legambiente che ci colloca al 105imo posto (su 110 province), la disoccupazione giovanile che ci colloca al 100imo posto, la domanda di brevetti al 101imo, la presenza di bar e ristoranti al 102imo posto, e il tasso di mobilità passiva ospedaliera al 9,2 per cento c’è poco da stare tranquilli. Il futuro non è roseo come ci voleva far immaginare il governo appena andato in crisi, con la speranza che il nuovo mostri nei fatti maggiore attenzione per l’area di Taranto. Il futuro non è roseo da qualunque punto di vista lo si osservi, anche se l’esistenza di depositi bancari che collocano i residenti nella provincia di Taranto al 53imo posto fa sperare che possa esistere la possibilità, in presenza di un nuovo progetto di sviluppo che il governo centrale e quello regionale devono definire insieme alle amministrazioni locali, di una ripartenza nella quale i privati possono avere un ruolo attivo. Ecco perché continuo a chiedere un maggiore impegno di tutti i rappresentanti istituzionali per ottenere la istituzione della Zona franca urbana nel porto di Taranto e un impegno concreto di Invitalia per il rilancio delle iniziative industriali e culturali. L’agenzia governativa Invitalia alla quale, nel Contratto istituzionale di Sviluppo previsto dalla Legge Salva Ilva e Salva Taranto del marzo 2015, è stato assegnato un ruolo di primo piano, non ha dimostrato sinora di avere idee chiare su come accompagnare lo sviluppo dell’area di Taranto. Tale situazione ci preoccupa, per il presente e soprattutto per il futuro”.

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“Il nascente governo Gentiloni, chiamato a traghettare il Paese al voto, si troverà ad affrontare spigolose emergenze, tra queste anche quella riguardante l’Ilva di Taranto, azienda che continua ad uccidere una città e i suoi abitanti e a pesare enormemente sulle casse dello Stato, senza ritorno alcuno. A Palazzo Chigi chiederò di mostrare tutto il coraggio che il governo Renzi non ha avuto, scegliendo di chiudere l’acciaieria e di ridisegnare l’economia tarantina in modo ambientalmente sostenibile. Taranto non può perdere altri mesi, un altro anno, mentre l’inquinamento prodotto dagli impianti causa nuove tragedie in tutte le famiglie. La girandola di ministri e ministeri non sia dunque la causa di un’ulteriore perdita di tempo prezioso”, lo dichiara l’onorevole Vincenza Labriola, capogruppo per il Gruppo Misto in commissione Lavoro alla Camera dei Deputati.
“Sul tappeto, insieme alla necessaria riconversione economica, rimangono i temi dell’emergenza sanitaria ed ambientale – prosegue Labriola –. Il rapporto epidemiologico della Regione Puglia ha evidenziato il tenore del danno provocato da Ilva, anche sulla salute dei bambini. Dati di fronte ai quali Roma come Bari hanno il dovere di agire immediatamente”.

 

L'Isola Città Vecchia di Taranto

 

 

 

 




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