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Petizione online dei Verdi contro le trivelle nel mare delle Tremiti e di Pantelleria No alle autorizzazioni per la ricerca di petrolio, primo firmatario Giobbe Covatta

Trivelle Istanze Adriatico al 10 01 2016 bassa risoluzione copia

I VerdiTrivelle_Istanze_Adriatico_al_10_01_2016_bassa_risoluzione copia, primo firmatario Giobbe Covatta e a seguire Angelo Bonellu, hanno lanciato una petizione online su change.org per dire no alle trivelle al largo delle Tremiti e di Pantelleria. Per dire no, in generale, alle perforazioni nei mari italiani alla ricerca di petrolio. Di seguito:
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha autorizzato le ricerche di petrolio di fronte ad uno dei gioielli ambientali più’ importanti d’Europa: le isole Tremiti.
Il 22 dicembre 2015 con decreto n.176 e’ stato conferito il permesso B.R274.EL alla societa’ Petroceltic Italia srl di fronte ad un paradiso ambientale e su una superficie di 373,70 Km/q ed in un’area dalla ricca biodiversità marina verranno utilizzate le tecniche piu’ devastanti come l’air gun per le ricerche di idrocarburi, e siccome siamo in periodo di saldi la Petroceltic Italia pagherà allo Stato italiano per bucare i 373 km/q di fondale marino, la cifra di euro 5,16 per km/q per un totale di 1928,292 euro l’anno.
Ma non finisce qui, altri paradisi ambientali sono in pericolo perché sono in corso di autorizzazione permessi di fronte l’isola di Pantelleria per un’estensione di 4124 Km/q e nel golfo di Taranto per estensione di 4025 km/q a favore della Schlumberger Italiana. Sempre a Pantelleria e’ stato sospeso un permesso all’Audax Energy, non revocato, in attesa di un idoneo impianto di perforazione. In Italia sono vigenti permessi di ricerca per idrocarburi per un totale di 36.462 km/q di cui sulla terraferma sono 90 per un totale di 27.662,97 Km/q e nel sottofondo marino sono 24 i permessi per 8.800 Km/q: si sta perforando un territorio equivalente a quello della Lombardia e Campania messe insieme.

L’Italia deve fermare le trivelle non i referendum, valorizzare i suoi tesori ambientali, tutelare l’economia della pesca, dell’agricoltura e del turismo che sono messe a rischio dalle tecniche invasive e distruttive di perforazione. Il futuro non e’ il petrolio, ma una politica energetica 100% rinnovabile perché la lotta ai cambiamenti climatici non si fa bucando la terra per trovare petrolio, ma avviando la modernizzazione dell’Italia che in questo campo e’ stata contrastata dalle lobby del petrolio.




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