Eurospin

rendimentogold

basilepiccolo

Inprimis la tua agenda digitale


Quel contenzioso fra Inps, ospedale “Miulli” e banca popolare di Bari Va avanti da quasi otto anni

sentenza 1

Di Nino Sangerardi:

Una lite giudiziaria senza fine. Iniziata il 25 agosto 2010,allorchè l’ Ente ecclesiastico ospedale generale regionale Francesco Miulli di Acquaviva delle Fonti(Ba) cede,pro solvendo, alla Banca Popolare di Bari le spettanze acquisite nei confronti dell’Inps.
Somma pari a 32 milioni di euro oltre interessi. Trattasi del rimborso per gli sgravi contributivi, richiesti dai vertici del Miulli, in favore delle aziende che ingaggiano dipendenti nel Sud Italia.
La sussistenza del credito, oggetto della vertenza fra Inps e Ospedale Miulli, è confermata dal Tribunale di Bari con sentenza del 28 dicembre 2007 e ribadita dalla Corte di Appello il 29 luglio 2010.
L’Inps però ricorre alla Corte di Cassazione. In attesa della decisione dei Supremi giudici la Banca Popolare di Bari e il Miulli avviano la procedura esecutiva contro l’Inps, che si oppone.
E’ il 20 marzo 2012 quando il Giudice dell’esecuzione assegna alla Banca il credito nella misura di 41,7 milioni di euro. All’atto dell’incasso l’istituto bancario pugliese retrocede la sopradetta cifra al Miulli.Come?
Mediante accredito sul conto intestato all’Ente religioso,consentendo al medesimo Ente di saldare la propria esposizione debitoria.
Sopraggiunge il 16 aprile 2012. La Corte di Cassazione,accogliendo il ricorso dell’Inps,elimina la sentenza della Corte di Appello di Bari e dichiara “…non dovute dall’Inps al Miulli le somme rivenienti dai crediti alla restituzione degli sgravi contributivi”.
Di fatto viene decretata la soccombenza del Miulli, “ ancorchè manchi—sostengono i legali del sodalizio ecclesiastico—nel dispositivo della Cassazione una formale condanna alla restituzione a carico del Miulli”.
In data 20 luglio 2012 gli avvocati dell’Inps promuovono contro la Banca Popolare di Bari impugnazione finalizzata alla restituzione dell’importo versato.
Ma il 13 maggio 2013 il Giudice rigetta la domanda. L’Inps non si arrende e propone appello.
I Magistrati riaffermano le ragioni della Banca.
Nel frattempo il Miulli chiede la revocazione della sentenza della Corte di Cassazione emessa il 16 aprile 2012. Motivo? Contesta il mancato rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia europea e l’illegittimità della pronuncia della Cassazione sotto il profilo comunitario. Richiesta non accolta.
A metà anno 2016 Inps deposita ricorso in Cassazione avverso la sentenza della Corte di Appello barese che aveva confermato il provvedimento del Tribunale di Bari del 13 maggio 2013.
I legali della Banca notificano la contropetizione e, altresì, il 2 gennaio 2017 presenta “ …ricorso autonomo davanti la sezione Lavoro del Tribunale di Bari finalizzato a chiedere l’accertamento negativo del credito vantato dall’Inps nei confronti della Banca Popolare di Bari”.
Quest’ultima sollecita,in via subordinata, che venga dichiarato il diritto alla restituzione integrale, da parte del Miulli, della somma che la stessa Banca dovesse essere costretta a corrispondere all’Inps, e che si accerti la natura privilegiata del proprio credito eventuale nei confronti del Miulli.
Tale ricorso è pendente innanzi alla Sezione civile del Tribunale di Bari, la prossima udienza si terrà il 16 maggio 2018.
Al 31 dicembre 2017 la Banca Popolare di Bari rileva un’esposizione verso l’Ente tra le “inadempienze probabili” pari a euro 31,7 milioni,di cui 26,7 milioni riconducibili al credito per la restituzione di quanto corrisposto all’Inps(euro 41,7 milioni), al netto dei 15 milioni di euro ottenuti a seguito di decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo in favore della Banca barese.




Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *