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Martina Franca: il preside non autorizza il seminario, comunisti “solidali con gli studenti” Un'iniziativa sull'affettività e le differenze

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Il preside non ha autorizzato il seminario. Ecco la reazione dei responsabili di sezione Pci di Martina Franca:. Ovviamente il preside ha lo spazio per un’eventuale replica:

Il PCI di Martina Franca è solidale con gli studenti del Collettivo 080 e tutti gli studenti del Liceo Tito Livio per la mancata autorizzazione al seminario di educazione all’affettività e di cultura delle differenze. Riteniamo che sia stata persa un’importante occasione da parte dell’Istituzione scolastica per affermare il ruolo di guida educativa e culturale nei confronti della popolazione scolastica. Così come previsto dagli articoli 42 e 43 del Regolamento approvato dal Consiglio di Istituto con delibera n°6 del 19.12.2011 e successive modificazioni, è ammesso l’utilizzo delle ore destinate all’effettuazione delle assemblee d’istituto per attività parascolastiche quali “conversazioni culturali e seminari di studio attinenti a problematiche di orientamento, educazione ambientale, educazione alla salute, educazione stradale, ecc.” ed è inoltre previsto che a tali assemblee possano “partecipare operatori esterni alla Scuola, appartenenti a organismi culturali o sociali presenti sul territorio e, comunque, notoriamente in possesso di requisiti professionali adeguati alla attività parascolastica sostitutiva dell’assemblea”. In tale regolamento non è menzionata nessuna autorizzazione preventiva dei genitori così come richiesto del Preside Giovangualberto Carducci. Negare un seminario di educazione all’affettività e di cultura delle differenze denota una visione ristretta e ingabbiata della realtà sociale, specie quella delle nuove generazioni, in cui non mancano sensibilità e interesse per l’argomento. A conferma di ciò plaudiamo con entusiasmo all’iniziativa dei giovani studenti dell’Istituto Alberghiero di Brindisi che, a seguito della comparsa di scritte omofobe nei confronti di uno studente minorenne della terza classe, hanno manifestato contro il vile attacco alla libertà personale e di autodeterminazione del giovane riuscendo a portare in piazza anche gli studenti di altri istituti superiori della città. Una scuola che è miope rispetto a tali avvenimenti, che non riesce a leggere l’evoluzione della sensibilità delle nuove generazioni, che non interviene con autorevolezza alla richiesta di aiuto degli studenti, è una scuola che ha intrapreso la strada della trasmissione acritica e nozionistica dei saperi. Chiediamo alla scuola di riappropriarsi della funzione sociale a cui è delegata, quella di elevare culturalmente e spiritualmente i futuri cittadini di domani e di azzerare le differenze di ordine sociale ed economico degli studenti rendendoli soggetti attivi di un processo di crescita condiviso.

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