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Call center, se passasse l’emendamento non potremmo neanche più scegliere l’operatore italiano Taranto, Slc-Cgil: appello alla politica pugliese. Al centro dell'attenzione, la delocalizzazione

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Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato Slc-Cgil di Taranto:
«Chiediamo a parlamentari pugliesi e consiglieri regionali di farci conoscere pubblicamente la loro posizione in merito all’emendamento presentato dal Governo che modificando l’art. 24bis del decreto legge 22 giugno 2012 n. 83 revoca l’obbligo per le aziende che svolgono attività di call center in house di informare preliminarmente il cliente sul Paese dal quale l’operatore sta chiamando». È l’appello rivolto da Andrea Lumino, coordinatore regionale del settore TLc di Slc Cgil Puglia, che nella conferenza stampa di questa mattina ha illustrato agli organi di informazione le gravi ricadute in caso di approvazione dell’emendamento. «Se l’emendamento numero 89.0.100 fosse approvato – ha spiegato Lumino – i clienti non avrebbero più la facoltà di scegliere un operatore che lavora in Italia o in altro Paese EU e inoltre le aziende committenti sarebbero esonerate dall’obbligo di iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione. Tutto questo è in palese contraddizione con la volontà di limitare le delocalizzazioni di attività di call center verso Paesi fuori dall’UE, favorendo quei call center che operano sfruttando i lavoratori. In sostanza questo emendamento – ha aggiunto il sindacalista tarantino – deresponsabilizza di fatto una parte importante della filiera del settore del customer care esonerando i committenti dagli obblighi previsti e lasciando le responsabilità solo in capo alle aziende outsourcer: il percorso di autoregolamentazione e responsabilizzazione della filiera dei call center proprio a partire dall’impegno dei committenti, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico a sfociato nel Protocollo siglato lo scorso maggio, verrebbe reso inefficace ancora prima che le Parti sociali possano prendere visione dei suoi eventuali risultati attraverso il tavolo di monitoraggio più volte richiesto». Secondo Lumino, questa strada riaprirebbe immediatamente la corsa dei call center e dei committenti verso l’Albania, la Romania e gli altri Paesi, danneggiando i lavoratori italiani e anche le aziende che hanno scelto di adeguarsi alle legge garantendo i diritti alle migliaia di donne e uomini che operano in questo settore. «In particolare a Taranto – ha evidenziato Lumino – rischiamo di conoscere, parallelamente al dramma Ilva, anche una colossale crisi del call center che oggi garantisce migliaia di persone tra stabilizzati, collaboratori ed interinali. È proprio per questo che chiamiamo parlamentari pugliesi e tutti i consiglieri regionali a esprimersi sul loro orientamento rispetto a questo emendamento: andremo a vedere l’espressione di voto di ciascun parlamentare per comprendere, al di là dei proclami, chi sono coloro che si sono resi complici di questo ennesimo attentato ai lavorati. Molti non immaginano il danno che questo emendamento potrebbe provocare e quindi siamo a disposizione per offrire ogni tipo di delucidazione affinché possano prendere posizione con cognizione di causa: non faremo sconti a nessuno e ci ricorderemo di tutto questo in campagna elettorale». La Slc Cgil, inoltre, ha già annunciato che sarà una vera e propria battaglia contro questa iniziativa del Governo: «torneremo nelle piazze – ha spiegato Lumino – chiedendo una mano alle associazioni dei consumatori per riprendere in mano cosa avevamo fatto nel 2012 quando proprio da Taranto partimmo con questa vertenza sulla delocalizzazione: nessuno dovrà portare i dati dei clienti all’estero senza il consenso e l’autorizzazione visto che in quei Paesi non valgono le previsioni della legge sulla privacy. È una battaglia – ha concluso Lumino – che porteremo avanti e che allargheremo nelle piazze ed in tutte le sedi, a difesa delle persone e dei lavoratori che non possono più essere oggetto di mance elettorali per fare favori alle lobbies».

(foto home page: repertorio, non strettamente connessa alla notizia)




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