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Il grazie dei Genitori tarantini a chi ci ha creduto Dopo le recenti iniziative della magistratura

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Di seguito un comunicato diffuso dai Genitori tarantini:

“Voi sognate”, ci hanno detto spesso, in questi ultimi anni, con quel tono di condanna che avrebbe potuto anche spezzarci le gambe. Sapevamo, però, che eravamo nel giusto. E abbiamo continuato a camminare con gambe più forti.

Non poche sono le lettere che abbiamo spedito ai rappresentanti del Governo precedente e a quelli del Governo in carica, al Presidente della Repubblica. In tutte riportavamo quegli articoli della Costituzione che, secondo noi, venivano sistematicamente violati, a Taranto, per favorire la “produzione strategica”, l’acciaio che avvelenava, uccideva.

Ribadimmo le nostre convinzioni al ministro Luigi Di Maio, durante l’incontro del 19 giugno dell’anno scorso. Le riportammo al ministro Giulia Grillo, nella sede del Ministero della Salute, il 4 settembre. Ci hanno guardato come fossimo sognatori “Purtroppo, ci sono le aziende, i poteri forti”, ci venne detto.

Abbiamo, però, continuato a manifestare e a scrivere per ricordare a questo Governo, al Presidente della Repubblica, anche contro non pochi tarantini che ci invitavano a smetterla di scrivere “letterine”.

Poi, la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’Uomo che condanna lo Stato italiano, dopo il ricorso firmato da molti di noi.

E il G.i.p di Taranto, Benedetto Ruberto, ieri si è rivolto alla Consulta perché convinto che siano stati violati alcuni articoli della Costituzione, a favore della produzione strategica in danno della vita dei tarantini e della salute dell’ambiente.

Insieme a PeaceLink, Isde Massafra, Comitato Quartiere Tamburi non abbiamo mollato. Mai.

Ringraziamo i sognatori Alessandro Marescotti e Annamaria Moschetti per l’incrollabile fede nella Giustizia e per tutte le informazioni tecnicamente e scientificamente ineccepibili che ci hanno fornito, in questi anni. Ringraziamo Lina Ambrogi Melle per averci coinvolto nel sogno di una Giustizia europea. E ringraziamo anche tutti gli altri sognatori che sono sempre nel nostro cuore e che, come noi, credono ancora che un sogno condiviso da tanti può anche, alla fine, diventare realtà”.




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