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Fidindustria Puglia e Confidi Mutualcredito, fusione che non piace a tutti Molti soci dell'organizzazione pugliese non hanno partecipato all'assemblea straordinaria

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Di Nino Sangerardi:

Fidindustria Puglia nasce dall’accorpamento dei consorzi fidi di matrice confindustriale. Strumento di accesso al credito finanziario per le piccole e medie imprese. Ultimamente è stata declamata la fusione tra Fidindustria Puglia e Confidi Mutualcredito scpa. Quindi dar vita a Confidi Adriatico società cooperativa,vigilata da Banca d’Italia, operante in Puglia e Abruzzo e Marche e Molise con sede legale a Bari e direzione generale in Pescara.

Molti soci di Fidindustria non hanno partecipato all’assemblea straordinaria in cui è stato deliberato il “progetto di fusione per incorporazione”. Motivo? Evidenziano carenze informative e criticità riguardo la modifica sostanziale dello statuto,e chiedono la sospensione dell’iniziativa dato che non ci sarebbe interesse nè per la base societaria nè per le imprese pugliesi.

Dissenso inviato ai responsabili della Banca d’Italia, tramite un esposto presentato dall’avvocato Domenico Cantore.

Sulla vicenda si adoperano, con un’interrogazione, i deputati Nicola Ciracì e Benedetto Fucci del Gruppo Misto- Conservatori e Riformisti”. Tra l’altro, mettono in luce che la società di revisione Kpmg spa dopo aver studiato i Bilanci di Confidi Mutualcredito scrive che “ A causa degli effetti connessi alle incertezze descritte non si è in grado di esprimere un giudizio sul Bilancio di esercizio di Confidi Mutualcredito al 31.12.2013”. Inoltre, gli stessi revisori non dichiarano alcuna valutazione “ sulla coerenza della relazione sulla gestione con il Bilancio di esercizio,per espresso richiamo a situazioni di incertezza”.

Tali circostanze–rilevano i parlamentari–inducono a ritenere che la possibile fusione tra Fidindustria e Mutualcredito non possa essere accettata, tanto più che essa comporterebbe un aumento di capitale pari a 5 milioni di euro, cifra cui gli stessi azionisti dovranno farsi carico.

Ciracì e Fucci domandano al Ministro delle Finanze e a quello dello Sviluppo Economico se siano a conoscenza dei fatti sopra descritti,se intendono praticare azioni utili a garantire chiarezza e trasparenza al fine di evitare situazioni che possano penalizzare gli imprenditori,come nel caso di FidindustriaPuglia.




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