Eurospin

rendimentogold

basilepiccolo

Eclisse

Ti rifiuti?


Taranto: per l’archeologia di un farmaco, oggi conferenza al museo Produttori e contenitori del medicamento Lykion

logo marta

Di seguito un comunicato diffuso dai responsabili del museo archeologico nazionale di Taranto:

Presso la sala “Incontri” del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, giovedì 2 febbraio 2017 alle ore 17,30, il prof. Luigi Taborelli terrà la conferenza dal titolo “Per l’archeologia di un farmaco: produttori e contenitori del medicamento Lykion nel cuore del Mediterraneo” – ad ingresso gratuito – sul più efficace collirio oculare del III secolo a.C. e, più in generale, dell’Antichità. Se conosciamo il nome di più di 15 produttori di Lykion, il più efficace collirio oculare del III secolo a.C. e, più in generale, dell’Antichità, lo dobbiamo all’unica traccia che essi ci hanno lasciato: il loro nome associato a quello del medicamento impresso sul corpo dei microcontenitori ceramici che avevano commissionato per mettere in commercio attraverso il Mediterraneo il loro pregiato prodotto. L’attenzione su questo tipo di rarissimi reperti venne suscitata per la prima volta da Millin che nel 1814 ne pubblicò un primo esemplare, trovato a Taranto, menzionante il nome del farmacopola Iason (al genitivo, Iasonos) e quello del medicamento Lykion. L’interesse suscitato tra i massimi Studiosi delle più importanti Accademie fu tale da suscitare un ampio dibattito così che sullo stesso esemplare si intrattennero, con osservazioni e correzioni, De Rossi, ancora Millin, Tôchon D’Anneci nel 1816 e poi Visconti nel 1817, ecc. Nel corso degli anni, Taranto finì con l’uscire dal cono di luce dell’interesse sulla specifica problematica, anche se agli Studiosi più attenti non sfuggirono altri significativi ritrovamenti di nuovi esemplari che a Taranto tornavano a riferirsi. Le indagini condotte negli ultimi decenni hanno messo in luce il ruolo straordinario che assunsero le produzioni di Lykion in Sicilia. Tuttavia nell’ambito del Progetto di Ricerca dal titolo “Contributi archeologici alla conoscenza delle basi economiche della società mediterranea antica: i contenitori per aromata e medicamenta” (dal 1982), il prof. Luigi Taborelli si è sempre riproposto di tornare a investigare proprio sul ruolo di Taranto nell’ambito delle produzioni, dei commerci e dei consumi di questo straordinario medicamento.

Il progetto di riorganizzazione e riordino dei depositi del materiale archeologico del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, in corso, in concomitanza col bicentenario della scoperta del primo esemplare tarantino, è stata l’occasione per tornare a interrogarsi sul ruolo della città, occasione felicemente coronata dal rinvenimento di due nuovi esemplari di microcontenitori ceramici che, ancora una volta, recano il bollo Iason. Il Prof. Luigi Taborelli, per molti anni Coordinatore dei Laboratori Storici del DICAS – Politecnico di Torino, ha concluso la sua attività universitaria nel 2008. I suoi principali interessi scientifici sono legati alle esperienze maturate in numerosi scavi in Italia, Africa Settentrionale, Creta (nel corso di numerose Missioni promosse da: CNR – Gruppo di Ricerca per le Antichità dell’Africa Settentrionale; Università di Macerata; UNESCO; Scuola Archeologica Italiana di Atene; Politecnico di Torino – Facoltà di Architettura). Da tali esperienze ha preso spunto per gli studi sulle produzioni artigianali di età ellenistica e romana (con particolare riguardo per i contenitori in vetro, ceramica e metallo nonché per i relativi contenuti, soprattutto medicamenti e cosmetici). Tali studi approfondiscono aspetti archeologici, storici, storico-economici e sociali, si soffermano su alcune fonti antiche (Plinio, Scribonio Largo, Columella) e su alcuni padri fondatori degli studi sull’instrumentum domesticum (Montfaucon e Caylus in particolare). Negli anni più recenti egli ha focalizzato l’attenzione sulle produzioni, i commerci e i consumi del medicamento Lykion in Sicilia (Agrigento, Siracusa, Morgantina) e in Egitto sino all’area costiera Siro-palestinese. [La bibliografia completa di Luigi Taborelli è disponibile, e in parte consultabile, nel sito Academia.edu a cui si rimanda].

logo marta

 

 

 

 

 

 

 




Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *