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Pugliesi nel mondo, anche di origine: sono circa quattro milioni Questa la stima diffusa dalla Regione Puglia in occasione all'assemblea continentale per l'America del nord, svoltasi a New York. Presente Michele Emiliano

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Di seguito un comunicato diffuso dalla Regione Puglia:

Cantare l’inno d’Italia insieme ai pugliesi che vivono all’estero è un’emozione particolare, perché ogni volta che incontro gli italiani e i pugliesi nel mondo, il mio pensiero va a tutte quelle storie, storie delle nostre famiglie, storie di tanto lavoro, di tanta dignità, di tanta capacità di chi ha onorato la bandiera tricolore e il nome della Puglia con grandi sacrifici. Se sono qui è perché io a tutti questi sacrifici credo sul serio. Non ci sono “voti” da raccogliere qui, qui si raccolgono la forza e l’energia che avete custodito nei vostri cuori, nei luoghi che vi hanno accolto e che avete servito. Siamo grati a questi Paesi che hanno rispettato i vostri diritti e vi hanno consentito di crescere. Voi siete riusciti ad amare due Paesi, quello in cui siete nati è quello che vi ha ospitato e dato un’occasione. Vi chiediamo un aiuto, stiamo facendo uno sforzo molto grande per far conoscere la Puglia a tutto il mondo, e siamo convinti che voi possiate dare un contributo fondamentale, con il supporto della Regione e di Pugliapromozione, anche coinvolgendo le nuove generazioni. Questo collegamento per noi è importantissimo. Ci sono tante aziende e tanti turisti che possono venire da noi in Puglia. E tanti prodotti di eccellenza che possiamo esportare. Se voi racconterete quanto è bella la nostra regione, quanto sia positiva la nostra capacità di accoglienza e di produzione, nuove opportunità potranno aprirsi a beneficio di tutti”. Lo ha detto oggi il presidente Michele Emiliano intervenendo a New York all’Assemblea Continentale per l’America del Nord per il rinnovo del Consiglio Generale dei Pugliesi nel Mondo. La legge regionale 23 del 2000, prevede infatti che sia il presidente della Regione a presiedere le assemblee dei Pugliesi nel Mondo. Con il presidente c’erano i referenti dell’Ufficio pugliesi nel mondo, il dirigente Giuseppe Pastore, con Vito Daniele. I sei rappresentanti eletti all’unanimità su base continentale per l’America del Nord sono: Vito Bruno (Vancouver), Pasquale Capriati (Chicago), Franco Bellomo (Montreal), Salvatore Scardigno (New Jersey), John Mustaro (New York), Phil Zita (Toronto). Il rappresentante delle associazioni dei giovani pugliesi è Maria Mattiace. C’è una rinnovata attenzione da parte della Regione Puglia alle relazioni con i pugliesi nel mondo. Su 4.636.647 italiani iscritti all’Anagrafe degli Italiani all’Estero (AIRE), 336.607 sono pugliesi (dati 2017). Si stima che nel mondo le persone di origini pugliesi siano circa 4 milioni. “Siamo qui per collaborare al meglio con i Pugliesi nel mondo, per coinvolgere queste comunità in attività di promozione turistica – ha detto Luca Scandale, coordinatore Piano strategico regionale del Turismo – l’Italia è tra le destinazioni preferite al mondo e la Puglia è la regione che cresce di più in maniera percentuale. Creare un network internazionale per la promozione della regione attraverso una community online legata al brand Puglia, organizzare eventi all’estero, favorire lo sviluppo del turismo di ritorno, anche detto genealogico, incoraggiando l’incoming di flussi turistici esteri costituiti da visitatori di origini pugliesi, in particolare discendenti di seconda, terza e quarta generazione, sono alcuni degli obiettivi che intendiamo perseguire attraverso il lavoro comune con i Pugliesi nel mondo”. I paesi che accolgono le comunità di pugliesi più numerose sono la Germania, la Svizzera, la Francia, il Belgio, l’Argentina e gli Stati Uniti. Negli ultimi anni si registrano nuove mete verso cui si sono traferiti i giovani Expat pugliesi, in primis le capitali europee tra cui spiccano Londra, Parigi e Berlino, ma anche paesi come il Regno Unito, la Spagna, l’Olanda. La Regione Puglia, già dall’anno 2000 con la legge n. 23 ha mostrato l’attenzione per i suoi concittadini residenti all’estero, infatti all’art.1 della legge si legge “La Regione Puglia riconosce nei pugliesi nel mondo, nelle loro famiglie, nei discendenti e nelle loro comunità una componente essenziale della società regionale e una risorsa da attivare al fine di rafforzare i legami con i Paesi che li ospitano e attribuisce ai rapporti con tale componente un valore fondamentale da sostenere e sviluppare”. Negli ultimi anni di programmazione regionale, relativamente alle politiche e alle reti di internazionalizzazione, si è andata consolidando una strategia operativa di eventi di promozione della Puglia all’estero con la collaborazione della rete di Associazioni e Federazioni di “Pugliesi nel Mondo” iscritte all’omonimo Albo regionale, che al momento sono complessivamente oltre 180 nei cinque continenti. L’attenzione riservata dalla Regione Puglia alle politiche e alle reti di internazionalizzazione fa emergere l’esigenza di individuare soggetti che possano specializzarsi in tale settore e soprattutto essere dei delegati del “sistema Puglia” in contesti altri nei quali indirizzare strategie di internazionalizzazione. Occorre però compiere un importante distinguo, infatti, come evidenziato dai dati, esistono almeno due differenti dinamiche migratorie. Una è quella del passato, sviluppatasi a partire dal secondo dopoguerra che ha visto un enorme flusso di manodopera emigrare alla volta di grandi centri industriali in Europa, in Nord America, in Argentina e in Australia. I protagonisti di quella emigrazione oggi sono stabilmente integrati nel paese in cui vivono e spesso sono componenti attivi di grandi associazioni di corregionali all’estero. L’altra è quella contemporanea, in atto da circa un decennio, che coinvolge migliaia di giovani con un alto tasso di istruzione che decidono di partire per mettere a frutto concretamente le conoscenze apprese e che cercano opportunità. La maggior parte resta in Europa, altri si spingono in Paesi caratterizzati da una forte espansione economica (Cina, Emirati Arabi, Russia), in luoghi in cui hanno più possibilità di mettersi alla prova professionalmente e di essere promotori di innovazione sociale e tecnologica.




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